“NON SONO IN GRADO DI REGGERE AL DOLORE”

Non era in viaggio con la moglie Maria Pollara di 64 anni, le due figlie e il nipotino nell’auto coinvolta nell’incidente avvenuto ieri pomeriggio, ma si trovava a casa ad attendere il loro rientro, il pensionato che si è ucciso per lo sconforto dopo la notizia del decesso della consorte e dei gravi rischi che corre una delle due figlie, S.D.N. di 33 anni. Giacomo Di Martino, 67 anni, agricoltore in pensione, cacciatore e collezionista d’armi, stamani doveva andare insieme a un parente all’ospedale Maggiore di Modica (Rg), dove si trova ricoverata, in prognosi riservata, la figlia, che sedeva sul sedile anteriore della Fiat Bravo, mentre alla guida c’era la sorella, GDM, di 38 anni, rimasta ferita lievemente. Un parente ha bussato più volte alla porta dell’abitazione, in via ten. Alessandrello, e dopo avere verificato che non era andato in ospedale nè all’obitorio, ha fatto abbattere la porta dell’appartamento: il pensionato era riverso per terra in una pozza di sangue. Sul tavolo un biglietto in cui chiede scusa ai tre figli (le due donne coinvolte nell’incidente stradale e un figlio maschio) per la scelta estrema, «l’unica che mi resta dopo una disgrazia che non sono in grado di reggere». Nel biglietto anche parole d’amore per la moglie e di affetto per la figlia che rischia la vita. L’uomo si è sparato un colpo alla tempia con una delle pistole detenute legalmente. Non si sa ancora quando e dove si svolgeranno i funerali, ma è certo che la cerimonia sarà unica per  i due coniugi. L’incidente è avvenuto domenica alle 16.30 lungo la statale 194,in località Brucè, vicino lo svincolo che immette sulla Ragusa-Catania. Secondo la prima ricostruzione, la Bravo condotta dalla figlia della vittima avrebbe invaso la corsia opposta scontrandosi con la Stilo (condotta da un uomo di 39 anni di Caltagirone che viaggiava insieme al figlio di 7 anni, entrambi feriti lievemente).

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