Il Vescovo eletto di Noto, Salvatore Rumeo, ed i
valori dell’inclusività

Un’assenza solo fisica quella del vescovo eletto di Noto, Salvatore Rumeo, che è stato vicino alle istituzioni ed agli Enti del Terzo Settore nella due giorni degli Stati Generali del Welfare tenutasi a Modica per iniziativa del Distretto socio-sanitario n. 45 che include i Comuni di Modica (capofila), Scicli, Ispica e Pozzallo. Da Caltanissetta, dove ancora risiede, mons. Rumeo ha inviato un suo messaggio. Come in occasione dell’alluvione del 9 e 10 febbraio scorsi era stato vicino alla comunità che guiderà dal 18 marzo prossimo, giorno del suo insediamento alla Diocesi di Noto, lo stesso ha fatto in occasione degli Stati Generali del Welfare.

Ecco il messaggio del vescovo eletto Salvatore Rumeo.

“Un affettuoso saluto và ai partecipanti agli “Stati Generali del Welfare del Distretto 45. Un vivo ringraziamento agli operatori sociali e sanitari, a chi è impegnato nel mondo della scuola, delle parrocchie e dell’associazionismo, a tutti i cittadini che lavorano con passione per la costruzione di una civiltà che riesce a mettere il bene della persona al centro di tutto.
In questo tempo così gravido di preoccupazioni e ansie, ristrettezze, crisi e incapacità a progettare percorsi di bene comune, siamo chiamati a pensare processi ampi di partecipazione e di cittadinanza, in sintonia e in collegamento con le esperienze più innovative e virtuose del Paese e fedeli al magistero di Papa Francesco.
Welfare, casa, lavoro, attenzione alle varie generazioni e alle vecchie povertà e ferite nuove ma anche metodi e procedure: questo il vasto campo che dovrà prevedere interventi mirati di programmazione e progettazione. Il disagio del prossimo deve suggerire passi di prossimità, interventi sempre più pronti e puntuali ed estesi a tutti coloro che hanno bisogno.
Con uno sforzo comune, che non escluda nessuna realtà associativa, dobbiamo riuscire ad aggiornare le letture delle povertà del territorio ed individuare, programmare, monitore risposte efficaci, rendendo protagonisti anche i beneficiari. La cultura dell’incontro è indispensabile per tessere relazioni di fraternità e solidarietà. Farsi prossimo è la via privilegiata per stare accanto all’umanità ferita e “professar la fede” in uno stile educativo ispirato ai valori dell’inclusività. Augurandovi buon amico dei poveri e degli indifesi”.

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