I CAMBIAMENTI CLIMATICI SONO COLPA DELL’UOMO. LO DICE IL RAPPORTO DELL’ONU

 «La nostra specie sta modificando il clima della Terra in modo evidente». «Le emissioni risultanti dalle attività umane stanno sostanzialmente incrementando la concentrazione nell’atmosfera dei gas ad effetto serra … Questi incrementi rafforzeranno l’effetto serra, provocando in media un riscaldamento aggiuntivo».

Queste frasi che pesano come macigni, inchiodano l’uomo alle proprie resposabilità e scelte politiche, più o meno volute, miopi e devastanti per il Pianeta. Queste frasi hanno aperto il congresso tenutosi a Stoccolma dove è stato presentato il nuovo rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) redatto per l’ONU dal CNR dal titolo Climate Change 2013: The Physical Science Basis (V Assessment Report  AR5).

 

Dal rapporto emerge che non ci sono più dubbi, il global warming’ è una realtà ed in massima parte le cause sono da imputarsi al fattore umano. Nel Report si afferma che «E’ estremamente probabile che l’influenza umana sul clima abbia causato più della metà dell’aumento di temperatura tra il 1951 e il 2010» e viene calcolata in termini probabilistici tra il 95% ed il 100%  la responsabilità dell’uomo sui cambiamenti degli equilibri climatici. Le conferme arrivano soprattutto dai dati sui ghiacci in particolar modo quelli artici dove il pack perde più del 3,5% di superficie ogni dieci anni.

Alla realizzazione di questo macrostudio internazionale hanno collaborato per 5 anni oltre 200 autori principali, 600 autori contributori e 50 curatori, oltre a 1.500 revisori di tutto il mondo. Anche  ricercatori italiani, tra cui Maria Cristina Facchini, Sandro Fuzzi e Susanna Corti dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-CNR) di Bologna.

«Il nuovo rapporto conferma le tendenze sui cambiamenti climatici in atto. In particolare l’aumento della temperatura dell’atmosfera e degli oceani, l’incremento del livello del mare e la diminuzione dell’estensione e del volume del ghiaccio terrestre riscontrati sin dal 1950. Molti di questi fenomeni non hanno precedenti su una scala temporale che va dalle decine di anni ai millenni. Per quanto riguarda le temperature atmosferiche, ciascuno degli ultimi tre decenni è stato più caldo dei precedenti e il primo decennio del XXI secolo è stato il più caldo dal 1850. Dall’inizio del XX secolo la temperatura media del pianeta è cresciuta di 0.89°C, mentre il livello del mare è cresciuto in media di 19 cm. Inoltre, i ghiacciai dell’intero pianeta stanno perdendo massa e la copertura di ghiaccio dell’Artide sta diminuendo» spiega Maria Cristina Facchini.

«La concentrazione di biossido di carbonio ( CO2 ) nell’atmosfera è cresciuta di più del 20% rispetto al 1958 e di circa il 40% dal 1750. Le attività antropiche, uso dei combustibili fossili e deforestazione, si stima abbiano causato più della metà dell’aumento di temperatura osservato determinando a sua volta il riscaldamento degli oceani, lo scioglimento dei ghiacci, l’acidificazione degli oceani, l’innalzamento dei mari e l’intensificarsi di alcuni fenomeni estremi nella seconda metà del XX secolo. Le emissioni di gas serra stanno causando cambiamenti climatici in tutte le aree del Pianeta, anche se non in misura uniforme, molti dei quali persisteranno per secoli. Per arginare questo circolo vizioso occorrono urgenti e importanti riduzioni delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra» sottolinea Fuzzi.

Il riscaldamento degli oceani domina l’aumento di energia immagazzinata nel sistema climatico, ed è responsabile di oltre il 90% dell’energia accumulata tra il 1971 e il 2010, come suggerisce anche l’aumento di 0,11°C per decennio registrato fino a 75 metri di profondità.

Importante sottolineare, come argomenta il Rapporto, la relazione di causa ed effetto tra emissioni e cambiamento climatico: il cambiamento del clima è causato dalle attività umane al 95-100% (“estremamente probabile”)  la stessa percentuale che collega con una relazione di causa ed effetto il fumo delle sigarette e i tumori.

La temperatura media della Terra dovrebbe aumentare da 0,3 a 4,8 °C entro il 2100.

Si pensa che finora le stime siano state anche fin troppo ottimistiche.

Nel Rapporto vengono delineati 4 possibili futuri scenari al 2100 (per niente rassicuranti) a seconda  della quantità di emissioni di CO2. Se la temperatura aumentasse sino a 4,8°C (lo scenario peggiore)  il livello del mare si innalzerebbe di circa 82 cm. Molte città (un esempio su tutte Venezia) ed isole (ad es. alcuni atolli delle Maldive, dove l’elevazione massima è di soli 2 m sul livello del mare) verrebbero in parte sommerse; inoltre incalcolabili sarebbero i fenomeni associati all’aumento di temperatura quali tifoni e tornado.

“L’Europa continuerà a condurre la lotta contro il cambiamento climatico. Abbiamo una legislazione ambiziosa in atto. Stiamo riducendo notevolmente le nostre emissioni, espandendo le rinnovabili e risparmiando energia. E ci stiamo preparando per il passo successivo: obiettivi climatici ed energetici per il 2030 che la Commissione presenterà entro la fine dell’anno”.

Quello indirizzato ai Governi di tutto il mondo  è “solo” un sommario ( Summary for Policymakers )  per avvertire, con un messaggio chiaro e conciso, che non c’è più tempo, che il punto di non ritorno è prossimo. Oggi è stato pubblicato il Rapporto Completo (Full Report).

Inoltre l’anno prossimo l’IPCC renderà noti 2 rapporti relativi agli impatti del cambiamento climatico sulla vulnerabilità dei sistemi ambientali e sociali e sulle strategie di mitigazione. Un’altro giro di vite dunque sulle problematiche legate al clima divenuto ormai una ‘questione politica planetaria’. Quanto ancora la Politica deciderà di venire meno alle propie responsabilità?

Video: Il Quinto rapporto Ipcc spiegato da esperti Iccg



 

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