Frode fiscale da 4,6 milioni di euro da Catania a Ragusa

Maxi operazione della Guardia di Finanza che ha eseguito un sequestro preventivo di beni per oltre 4,6 milioni di euro ai danni di sei aziende. Contestualmente, sono state effettuate perquisizioni anche in provincia di Ragusa. Si tratta di un’articolata indagine coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania. I finanzieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale etneo. L’operazione ha portato al sequestro di quote sociali di sei aziende, oltre a denaro, beni mobili e immobili, per un valore complessivo di 4,6 milioni di euro.

Il sistema di frode fiscale

Le indagini hanno fatto emergere una complessa frode fiscale che avrebbe coinvolto numerose imprese, create al fine di usare manodopera in modo illecito a favore di una società capofila, operante nel settore della logistica e del trasporto su strada in tutta la Sicilia.

L’inchiesta ha avuto origine dall’analisi della situazione di alcune aziende fornitrici di manodopera, successivamente messe in liquidazione a causa di ingenti debiti erariali e previdenziali. Secondo quanto ricostruito, la società capofila avrebbe subappaltato la gestione della forza lavoro a queste imprese, che formalmente risultavano indipendenti, ma che in realtà erano riconducibili a un unico soggetto. In questo modo, le società coinvolte nella frode si sarebbero accollate i debiti fiscali e previdenziali mai versati, mentre la capofila avrebbe beneficiato di fatture per operazioni inesistenti, evitando i costi effettivi del personale e maturando indebiti crediti IVA.

Dati dell’indagine e reati contestati

L’operazione ha permesso di ricostruire un giro di fatture false per un valore complessivo di 25,6 milioni di euro nel triennio 2021-2023, con un’IVA indebitamente detratta pari a 4,6 milioni di euro e debiti fiscali e previdenziali non saldati per un ammontare di 85 milioni di euro. L’indagine coinvolge complessivamente altri dieci persone, tra cui diversi prestanome. Le accuse contestate agli indagati comprendono bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fiscale infedele. Contestualmente ai sequestri, la Guardia di Finanza ha condotto perquisizioni nelle sedi legali e operative delle società coinvolte, situate nelle province di Catania, Palermo, Trapani, Agrigento, Ragusa, Caltanissetta e Messina. Durante queste operazioni, sono stati raccolti ulteriori elementi a supporto dell’impianto accusatorio.

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