FERMATE QUESTA RIFORMA DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE IN SICILIA

 Alla luce delle informazioni in nostro possesso e delle notizie che quasi quotidianamente leggiamo sulla stampa, esprimiamo viva preoccupazione per la situazione in cui versa il sistema della Formazione Professionale in Sicilia e perplessità sulla strada intrapresa dal governo regionale per riformarlo.

Ricordiamo che in provincia di Ragusa, il settore occupa nelle tre filiere (obbligo istruzione e formazione – corsi per giovani e adulti avviso 20/2011 ex legge 24/1976 – sportelli multifunzionali) oltre 500 addetti a tempo pieno e indeterminato; ospita annualmente tra corsi dell’obbligo e dell’avviso 20, circa 3.200 allievi che oltre a ottenere una qualifica spendibile nel mercato del lavoro, impegnano le loro giornate proficuamente e in molti casi vengono sottratti a manovalanza delle organizzazioni criminali o a crisi depressive per mancanza di lavoro; i centri servizi svolgono una importante opera di informazione e orientamento professionale che spesso, senza tema di smentita, supporta e surroga le funzioni dei centri per l’impiego senza trascurare l’importante monitoraggio sull’analisi dei fabbisogni formativi e azione di ricerca che svolgono.

Nel rivolgere la solidarietà di tutto il coordinamento cittadino dell’UDC a tutti i lavoratori del settore che da troppo tempo lottano con i ritardi della burocrazia e l’inefficienza di un sistema al collasso e la vicinanza agli operatori del CNOS e del CIOFS che hanno protestato in questi giorni per affermare il malcontento e il disagio per la mancanza di certezze e per i ritardi dei pagamenti che in alcuni casi ammontano indecorosamente a oltre 17 mensilità, rivolgiamo il nostro pressante appello al deputato UDC on. Orazio Ragusae ai deputati regionali di questa provincia, al capogruppo UDC all’ARS on. Lino Leanza e al Segretario regionale dell’UDC on. Giampiero D’Alia affinché si facciano garanti nella, seppur necessaria, opera di riforma del settore, dei diritti di tutti i lavoratori che non hanno alcuna responsabilità dei vizi del sistema che affondano nel tempo e che hanno molti padri.

 

Le distorsioni accumulate in anni di malgoverno del settore sono tante e sicuramente le casse pubbliche non possono garantire privilegi e mantenere settori inefficienti ma appare inspiegabile alla nostra capacità di intendere, come mai si decida in un momento come l’attuale di carenza di risorse, di non utilizzare i fondi provenienti dall’Unione Europea già appostati dal precedente governo nel “piano giovani” quindi senza nessun aggravio per l’asfittico bilancio regionale, per rifinanziare l’avviso 20, con le necessarie correzioni dettate dalle necessità del mercato del lavoro, consentendo così di offrire opportunità di formazione e di eventuale occupazione a migliaia di giovani in Sicilia per l’anno formativo 2013/14 e garantendo i livelli occupazionali degli addetti per un altro anno, tempo che potrebbe essere proficuamente utilizzato per l’assessore Nelly Scilabra e gli uffici regionali per mettere a punto la riforma e farla decollare a partire dall’autunno del 2014.

Invece si sta mettendo in campo con evidente approssimazione un piano di riqualificazione del personale impegnato negli enti di formazione assegnatari di corsi dell’avviso 20, con il rischio che vengano calpestati diritti legittimi dei lavoratori che si vedono costretti, mentre ancora sono in piena attività formativa, a svolgere colloqui di orientamento previsti dalle procedure di politica attiva del lavoro, la cui utilità ci sia consentito di mettere in dubbio e a scegliere di partecipare, senza la necessaria valutazione delle prospettive professionali, a dei percorsi di riqualificazione e aggiornamento in piena stagione estiva senza che sia chiaro a tutte le parti in campo il reale obiettivo da raggiungere e con la concreta possibilità di determinare un altro spreco di risorse pubbliche e questo non è consentito a nessuno, a maggior ragione a chi si proclama contro le macellerie sociali, fautore del risanamento economico e nemico degli sprechi.

Riteniamo sia veramente il caso che l’attuale amministrazione regionale osservi una, seppur breve, pausa di riflessione prima di innescare meccanismi irreversibili di conflittualità sociale che inseriti in un quadro già esplosivo possono avere effetti imprevedibili.

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