EL TANGUITO BANEGA

Anche il giovane Éver viene colpito sin da piccolo da questo virus indebellabile, che diviene ancora più aggressivo quando inizia a frequentare i potreros, tipici cortili argentini caratterizzati da terreni irregolari; qui los ninos cominciano a perfezionare il dirompente mix composto da tecnica e furbizia (oltre alla canonica garra), che li ha storicamente contraddistinti e che continua, senza soluzione di continuità, a  farlo.

Esperienze tra più bassi che alti tra Argentina e Spagna

Dopo un Mondiale Under 20 vinto al comando di un’ Argentina stellare nel 2007 – composta, tra gli altri, da Aguero e Di Maria – Banega veniva continuamente definito dagli addetti ai lavori come il nuovo Redondo, prototipo del regista perfetto nel mondo sudamericano; il giovane Éver, però, non è mai riuscito a confermare pienamente queste altissime aspettative che tutto il mondo del futbol sudamericano nutriva nei suoi confronti (a dire il vero, anche a causa di qualche infortunio di troppo). Infatti, le esperienze al Boca Juniors e al Newell’s Old Boys in Argentina e quelle al Valencia e all’Atletico Madrid in Spagna, possono esclusivamente essere definite come manifestazioni decorose che mal si sposano col talento smisurato di un giocatore come ce ne sono pochi in circolazione.

Svolta Sevillista

Nel 2014 “El tanguito”, soprannome che dice molto circa il modo di giocare elegante, quasi danzante dell’atleta rosarino, incontra Unai Emery, tecnico basco che mettendo Éver al centro del proprio progetto di gioco riesce a entrare nella storia del club, vincendo ben 3 Europa League consecutive. Nel 4-2-3-1 il numero 19 gioca alle spalle della prima punta, avendo essenzialmente compiti di regia; tuttavia, la sua straordinarietà consiste nell’essere un “regista itinerante” in quanto, oltre a spaziare a proprio piacimento negli ultimi trenta metri, per sfruttare la propria visione di gioco e conclusione in porta, ha la facoltà, in determinate situazioni, di abbassarsi davanti alla difesa per cominciare a impadronirsi della manovra, riuscendo in questo modo a renderla più fluida e ad accelerarla o decelerarla a seconda del momento specifico della contesa.

Caratteristiche Principali e Primi Mesi all’Inter

Oltre a un’ innata e sopraffina tecnica individuale, facilmente constatabile anche ad occhio nudo, le due principali doti del centrocampista argentino sono la visione di gioco e la velocità di pensiero. Nonostante queste rare ed indubbie qualità,  arrivato

alla Beneamata come svincolato di lusso, tanto da essere inserito dalla maggior parte della stampa nostrana sul podio dei migliori acquisti della sessione estiva di mercato, Banega si è trovato a dover fronteggiare varie difficoltà: adattamento a un campionato/mondo diverso come la Serie A, oltre che un significativo caos tecnico-societario caratterizzato dall’allontanamento, indotto o forzato, di due allenatori quali Mancini e De Boer. L’arrivo di Pioli pare aver portato un po’ di sana normalità e tranquillità alla Pinetina, fattori che hanno generato ben 4 vittorie consecutive con Banega al centro del progetto. La maestosa prestazione del rosarino contro la Lazio, solo all’Olimpico contro la Roma aveva sfoggiata un altra volta una prova del medesimo tenore, condita da un gol da urlo, ha fatto ricredere definitivamente anche i più scettici tra i tifosi interisti circa la bontà di questo giocatore.

Ci sono tutte le premesse affinché il 2017 possa essere l’anno di Banega e, di conseguenza, l’anno dell’Inter di Pioli. Dale, Éver!

 

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