DONNAFUGATA: ISTRUZIONI PER L’USO

Si avvicina – per non dire che è già arrivata – l’estate, da queste e parti e non solo da queste parti stagione turistica per eccellenza. E il Castello di Donnafugata, col suo importantissimo parco, è luogo turistico per eccellenza.

Si tratta del maggiore monumento laico della provincia, e tra i maggiori dell’intera Sicilia. Il suo parco è considerato un vero e proprio unicum per tutta una lunga serie di motivi. E il proprietario, ovvero il Comune di Ragusa, lo ha recentemente restaurato portandolo ad un eccellente livello di fruizione dopo i decenni di semi-abbandono dei lontani proprietari francesi (quei Visconti di Lestrade eredi degli Arezzo di Donnafugata senza eredi maschi). Anche se delle oltre centoventi stanze del maniero ottocentesco sono visitabili solo una ventina (del resto sono quelle più interessanti del piano nobile, le altre sono stanze di servizio), ed anche a far finta di non vedere una certa sporcizia nel parco (d’altronde non è semplicissimo assicurare la massima pulizia in oltre quattro ettari di giardino, nel quale passano migliaia di persone di ogni estrazione e livello e non tutti necessariamente amanti del bello e della natura), la visita al Castello ed al Parco del feudo di Donnafugata rimane una bella esperienza.

Ma dobbiamo necessariamente segnalare al Comune di Ragusa una serie di incongruenze che dovrebbero essere sistemate, proprio per il bene del monumento e per consentirne una visita di più alto livello e di maggiore soddisfazione.

La prima nota riguarda il viale d’accesso al maniero. All’inizio della zona basolata era un tempo una catena che impediva l’accesso ad auto e moto. Adesso quella catena non esiste più, ed è stata sostituita da una più civile tabella con la enorme scritta “area pedonale”. La tabella è certamente più elegante e presentabile della catena che tanto fa pensare a galere e divieti, più che ad inviti, ma evidentemente meno efficace. Infatti, quando la pattuglia della Polizia Municipale non è sul posto, accade quello che mostrano le foto inviate da un amico e scattate domenica scorsa.

La seconda nota fa riferimento ad un dettaglio, se si vuole, ma che noi reputiamo importante: il viale di accesso al castello degli Arezzo di Donnafugata è un susseguirsi di “totem” pubblicitari e di antenne televisive. Nessuno vuole impedire ai negozianti della zona di pubblicizzare i propri prodotti, dalla salsiccia ai gelati confezionati, ma – cosa del resto ormai da decenni diffusa in tutte le zone turistiche – questa esigenza deve essere regolamentata, così come la presenza di antenne e parabole televisive. Appare evidente che tutti abbiamo il diritto di accendere una televisore, ma l’antenna che si alza su un condominio di via Carducci a Ragusa non può essere considerato alla stessa stregua di una antenna che verrà impressa in tutte le migliaia e migliaia di fotografie sparse per il mondo e che immortalano il nostro (di tutti noi cittadini ragusani) più importante monumento.

Infine, ultima nota, della quale in illo tempore si era già sentito intervenire l’allora assessore alla Cultura e ai Beni culturali, Ciccio Barone, passato adesso ad altra delega: i turisti che vengono a visitare il Castello ed il Parco di Donnafugata non hanno a disposizione le guide. Ed è un vero peccato. Poiché in tutto il mondo esistono le cosiddette “audio-guide”, non si potrebbe fare lo stesso nel nostro castello che fu una masseria fortificata e che per la gentilezza (ed i milioni) dell’allora (1896) suo proprietario è diventato un castello “eclettico” (si intende nello stile architettonico)?

Pare che l’investimento per l’acquisto di qualche decina di questi moderni aggeggi elettronici sia notevole. E sarà pure così, ma – ne siamo certi – ne varrebbe certamente la pena (ed in poco tempo si potrebbe rientrare nell’investimento).

 

 

 

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