È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
Contro la ferocia del web: intitolare a Ragusa una via a David Sassoli
13 Gen 2022 09:33
La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola
“Houston! … qui Ragusa.”
Caro sindaco Giuseppe Cassì,
siamo sicuri che la priorità ora sia riaprire le scuole? Ho letto sul web alcuni commenti sprezzanti su David Sassoli e la sua morte.
Ormai la priorità forse non è riaprire le scuole.
È “chiudere” i social.
No. La mia è solo una provocazione. Lo so. Sulle scuole non può decidere un sindaco. Non ne ha il potere. Ma lei invece può risolvere con un’ordinanza la chiusura di Facebook e Twitter. D’imperio. Con decorrenza immediata. A partire da ieri.
Bene. Approfitto indegnamente della rubrica, da zaurdo quale notoriamente sono, per condividere con lei (e forse con un migliaio di lettori) una mia suggestione segreta: dedicare alla persona David Sassoli una strada o una piazza della mia città avrebbe ai miei occhi un altissimo valore simbolico anche in termini di comunicazione psicologica rivolta ai nostri figli e a noi stessi. Una scelta che aspiri a dividere un “prima” e un “dopo” in questa stagione di pura ferocia cibernetica. Violenza becera della quale, in un cortocircuito di paradossi del galateo, è stato vittima lo stesso Sassoli all’indomani della sua morte.
Voglio sgombrare subito il campo da alcuni equivoci, perché non mi sfugge il fatto che ci muoviamo su un terreno minato. Io tuttora dialogo spesso con persone che hanno scelto di non vaccinarsi. La totalità di queste persone (che siano o non siano etichettabili come “No vax” o “No pass” o altre formulette improprie) prenderebbero nettamente le distanze da chi, compiacendosene allegramente, ha insultato e strumentalizzato platealmente la morte di Sassoli. Il tema della violenza sui social infatti è molto più ampio e articolato.
Inoltre, ovviamente, ai miei occhi, sarebbe allo stesso modo esecrabile esprimere eventualmente qualsivoglia forma di compiacimento per la morte (causa Covid) di “No vax” irriducibili in ospedale.
E infine, anche l’appartenenza e la militanza di Sassoli in un’area definita dello scenario politico non ha alcuna salienza nella sede di questa riflessione. Difatti, viene riconosciuto anche dagli avversari come Sassoli fosse un modello ed esempio di garbo e gentilezza. L’uomo, prima che giornalista o politico, è stata la declinazione vivente di uno stile nell’essere al mondo. Una posa così profondamente e intimamente antitetica all’infima cifra dei social, quando essi si trasfigurano in una fogna a web aperto.
Ricordiamo nuovamente e brevemente i fatti. David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, ricoverato dal 26 dicembre per una grave forma di disfunzione del sistema immunitario, se n’è andato a soli 65 anni nella notte di martedì. Ma sui social, accanto alle malinconie e alle condoglianze, si sono scatenate anche alcune calunnie e ingiurie degli utenti. Senza ragione, sul web hanno messo in dubbio l’esistenza della sua malattia: la morte sarebbe stata imputabile al vaccino e non riconducibile invece alla patologia contratta a settembre e per la quale era stato ricoverato (una polmonite da batterio della legionella non legata al coronavirus).
La notizia della morte avrebbe dovuto generare solo rammarico, amarezza, dolore, sgomento e soprattutto rispetto. Nei confronti di un gentiluomo che si è sempre contraddistinto per signorilità e per una pacata intelligenza. E invece abbiamo letto anche falsità ed esultanze sboccate.
Ecco perché, per come la vedo io, l’iniziativa di legare al nome di Sassoli un punto della nostra geografia quotidiana sarebbe forse la prima (e per adesso l’unica) risposta ideale e tenterebbe la forma di un elogio della gentilezza e di stabile richiamo contro la piccolezza brutale dell’universo digitale. Richiamo, monito, denuncia, voltapagina.
Sindaco, mi scuso sin d’ora per l’insolenza della mia idea, che so essere velleitaria e di non semplice realizzazione, mi scuso tanto più che io e lei non siamo legati da un rapporto di amicizia e confidenza, né abbiamo condiviso uno stesso percorso politico. Nel tentativo di persuaderla, potrei capziosamente dirle che, a tratti, nel profilo moderato, ella assomiglia un po’ a Sassoli. Ma, per usare la terminologia cara al primo Freud, mi sentirei troppo un paraculo. Confido invece nella sua sensibilità.
Solo per dire, lo Scalo Merci riqualificato o uno spazio della rinnovanda fisionomia del Lungomare Andrea Doria a Marina o qualsiasi altro snodo, se possibile. “Spazio Sassoli”. “Giardino Sassoli”. “Parco Sassoli” … Suona bene. Eufonico per me almeno. Una traccia indelebile nello spazio e nel tempo, un messaggio pedagogico urbano, un segno civile per le vie dell’era digitale. Il sussurro di un “basta così”. Tra memoria e riconoscenza. Sarebbe come posare la parola “grazia” tra le pieghe e le aspirazioni della nostra comunità. Nelle più profonde altezze dell’architettura di una Città.
L’architettura dei cenni essenziali e neppure invisibili.
© Riproduzione riservata