“Chi non ha sostenuto Calabrese fuori dalla segreteria Pd”. Epurazioni nel partito di Ragusa che questo lunedì torna a confrontarsi dopo mesi di stop

Chi non ha appoggiato e sostenuto platealmente la candidatura a sindaco di Peppe Calabrese,  è stato allontanato “d’ufficio” dalla segreteria comunale del Partito Democratico di Ragusa. E’ accaduto a settembre a due componenti di Ragusa, Giuseppe Lizzio e Pietro Taddeo, capri espiatori di una delle correnti del Pd che probabilmente non si è sbracciata per Calabrese soprattutto perché fin da subito non ne ha condiviso quella che, almeno inizialmente, è stata un’auto-candidatura.

E così il segretario Calabrese li ha messi alla porta escludendoli anche dalla chat su whatsapp. Passaggi politici interni che, inevitabilmente sono gli ultimi atti di una faida interna che arriva dopo la sonora sconfitta elettorale (Calabrese si è classificato al quinto posto alle amministrative, dopo Tringali, Cassi, Massari e Tumino). Questo lunedì 12 novembre alle ore 19 è stata, dopo mesi di fermo assoluto, riconvocata la direzione comunale del Pd di Ragusa. L’ultimo incontro a luglio.

All’epoca si parlò di dimissioni richieste da più parti per favorire un nuovo corso del Pd di Ragusa. In verità in quella riunione lo stesso Calabrese ha rassegnato le dimissioni nelle mani della direzione ma l’intervento dell’on. Nello Dipasquale le ha nei fatti congelate e respinte. Eppure ci fu chi ribadì la necessità delle dimissioni. Nel corso del dibattito fu il vicesegretario Tony Francone a dimettersi invitando gli altri a seguire l’esempio. E si erano dichiarati pronti a farlo, se utile per la ricostruzione del partito, anche gli stessi Lizzio e Taddeo.

Poi il presidente Michele Sbezzi, raccogliendo la sintesi di quella riunione di luglio, annunciò il rinvio a settembre, anche per così completare il dibattito e calmare gli animi. Nel frattempo il segretario Calabrese ha ben pensato di considerare ufficialmente dimissionari sia Lizzio che Taddeo, tra l’altro vicini al gruppo di Mario D’Asta, per mesi uno dei possibili candidati a sindaco prima di un accordo plateale tra Calabrese e l’on. Dipasquale. E così Calabrese li ha esclusi dalle comunicazioni interne alla segreteria. E alle rimostranze dei due, ha spiegato che chi ha detto “Calabrese l’ho votato ma non l’ho sostenuto”, non può stare in segreteria in quanto organo di fiducia del segretario. Un’epurazione. Insomma nella democrazia del Pd di Ragusa non ci sarebbe spazio per la parte che non è allineata o non la pensa come la parte di Calabrese. Dopo quanto accaduto i due epurati hanno scritto a settembre (e non a luglio) una lunga lettera al partito dichiarando poi formalmente, e dunque solo dopo l’esclusione dal gruppo whatsapp, le proprie dimissioni.

Dopo mesi di evidente immobilismo, salvo qualche comunicato stampa diffuso un po’ a casaccio per tentare di dare l’impressione di essere sempre attenti all’attualità, il Partito Democratico torna questo lunedì a confrontarsi al suo interno nella direzione comunale dopo la raccolta di firme che hanno richiesto a gran voce di proseguire nel dibattito “congelato” a luglio scorso e che avrebbe dovuto aver seguito a settembre. Ma siamo già a novembre inoltrato.

Riunione che si preannuncia dunque particolarmente calda visto che, Calabrese terrà chiuderà la “verifica sulle elezioni amministrative”. Insomma il segretario-candidato, spiegherà ai suoi perché è andato così male alle elezioni, con uno stacco di circa 2400 preferenze da Peppe Cassì, giunto secondo al primo turno. Numeri chiari a tutti e che non possono far certo pendere l’ago della bilancia, come si è tentato di fare, solo verso la parte del Pd del gruppo vicino a Mario D’Asta. Se il Pd vuole fare una riflessione seria sulla sconfitta elettorale, deve partire dalle scelte compiute e non certo dalla caccia alle streghe. E questo lunedì in direzione se ne parlerà necessariamente mentre il partito guarda al tesseramento (che scade tra appena una settimana), al congresso provinciale, a quello regionale e a quello nazionale.

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