Bufalino incanta ancora: “Diceria dell’untore” chiude un festival carico di emozione e memoria

La parola di Gesualdo Bufalino continua a farsi bussola nel disorientamento del presente. Con la potente rappresentazione teatrale di Diceria dell’untore, andata in scena nel suggestivo loggiato della Fondazione a lui intitolata, si è chiusa sabato la quinta edizione del festival culturale “L’ingegnere di Babele”, una rassegna capace di tracciare una rotta nuova nel mare spesso confuso dei linguaggi contemporanei.

Teatro, pittura, musica, scrittura. Il festival ha fatto dialogare arti e visioni, offrendo una prospettiva profonda e condivisa della cultura come forza viva. A sigillare questa edizione, lo spettacolo tratto dal capolavoro bufaliniano, con adattamento teatrale di Giuseppe Ferlito e la regia di Giampaolo Romania, ha conquistato il pubblico per intensità emotiva e rigore estetico. Un viaggio nell’anima, dentro le stanze del sanatorio della Rocca di Palermo, specchio della malattia, della morte e della resistenza poetica alla fine.

Autobiografia e finzione, fragilità e speranza: gli attori – tra cui Stephanie Cabibbo, Marco Comitini, Diana D’Amico, Giuseppe Ferlito, Salvo Giorgio, Anita Indigeno, Giuseppe Parisi e Salvo Purromuto – hanno restituito con forza il battito profondo di un romanzo che è confessione, testamento e canto alla vita. Lo spettacolo, prodotto dall’Associazione La Girandola in collaborazione con Spazio Naselli, ha rappresentato l’apice emotivo del festival.

«In un tempo in cui i linguaggi sembrano frantumarsi – ha dichiarato Giuseppe Digiacomo, presidente della Fondazione Bufalino – il festival ha proposto un percorso lento e consapevole, capace di ricomporre un senso. Bufalino è stato guida luminosa in questo dialogo tra parola, suono, visione e memoria».

Il festival ha preso il via con un convegno di studi, aprendo un dialogo tra le arti che ha attraversato i giorni successivi. Ma il filo conduttore resta uno: la parola di Bufalino, che continua a ispirare, interrogare, curare.

Un omaggio a Piero Guccione fino al 31 luglio

Non finisce però con il sipario calato. Fino al 31 luglio resterà aperta al pubblico la mostra “Poesia del visibile. Bufalino per Guccione” presso la Galleria FGB della Fondazione. Curata da Giovanni Iemulo e realizzata con Archivio Piero Guccione e Lo Magno artecontemporanea, la mostra è un raffinato dialogo tra il linguaggio pittorico del maestro Guccione e le visioni letterarie di Bufalino. Un abbraccio di luce e pensiero, nel 90° anniversario della nascita del pittore.

Visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 18:00 alle 21:00, con ingresso gratuito, la mostra rappresenta l’ultimo tassello di un festival che ha dimostrato quanto la cultura, se vissuta con profondità, possa ancora illuminare il presente.

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