BASTA CON LE CHIACCHERE INUTILI, ORA DIAMO SPAZIO ALLE COSE CONCRETE!

Franco Celestre, quale consigliere del Comune di Ragusa, ma soprattutto nella veste di agronomo, aveva deciso di non fare ulteriori commenti al Piano paesistico se non mediante la presentazione di osservazioni al piano stesso, ma è spinto ad intervenire nel dibattito per rispondere alle osservazioni più filosofiche che concrete di alcuni componenti politici.

Non è infatti vero che i giovani agricoltori che intendono presentare istanza ai sensi della misura 112 del PSR Sicilia 2007/2013 avranno maggiori requisiti di accesso e condizioni di ammissibilità migliori grazie al piano paesaggistico poiché il bando non prevede alcun punteggio che fa riferimento alle caratteristiche ambientali millantate dal politico di turno. Sarebbe opportuno che ognuno di noi faccia quello che sa fare o almeno parli dopo avere letto il piano ed essersi confrontato con chi conosce l’argomento.

Solo per informare il territorio e gli agricoltori in particolare si vogliono fare alcuni esempi oggettivi citando testualmente alcuni passaggi delle norme di attuazione del piano paesaggistico che saranno oggetto di osservazioni. 

In diverse sotto aree dei Paesaggi Locali si cita: “… le costruzioni dovranno essere adeguatamente distanziate tra loro…..si suggerisce una distanza di 100 (/150) metri tra esse; ciò vale anche per le serre, in quanto elementi la cui percezione è comunque assimilabile a quella del costruito”

Non c’è dubbio che tale pretesa punti alla scomparsa della serricoltura dalle zone interessate in quanto è assolutamente irrazionale e non funzionale alla pratica dell’attività agricola realizzare serre così distanti l’una dall’altra.

Inoltre, ancora più grave, all’art. 48 delle norme di attuazione “Interventi non soggetti ad autorizzazione” tra le opere che non necessitano di autorizzazione si cita: “ Al fine di…snellire le procedure burocratiche di autorizzazione, vengono di seguito definite le opere che non necessitano  di autorizzazione: …lavorazione superficiale del terreno con max profondità di scasso di 25 cm, con esclusione di uso di ruspe o mezzi meccanici che interessino lo strato di banco roccioso….Dell’esecuzione di tali opere dovrà essere data comunicazione scritta alla Soprintendenza…corredata dalle foto delle opere realizzate, anche in formato elettronico”. Immaginate ora voi se l’agricoltore ogni volta che esegue un’aratura, ad esempio per preparare il terreno per la semina che in genere è di 25 – 30 cm, debba fare foto agli interventi realizzati e comunicare alla Soprintendenza tale operazione anche in formato elettronico! Oltre a ritenere assolutamente insensata tale pretesa, ci si chiede come possa considerarsi tale procedura uno snellimento  della burocrazia.

Non è il caso di dilungarsi ulteriormente, abbiamo già perso tutti troppo tempo in parole, ora cerchiamo di concentrarci sulle innumerevoli osservazioni di cui il piano necessita per essere strumento utile alla pianificazione del territorio e soprattutto all’economia locale, sperando di cogliere tutti quegli aspetti negativi che meritano di essere modificati e che le stesse vengano accolte. (m.c.)

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it