Aereo diretto in Arabia perde contatto radio mentre vola sull’Italia. Intercettato dai nostri caccia militari. Ecco cosa era accaduto

Due caccia Eurofighter dell’Aeronautica Militare, in servizio di allarme sul territorio nazionale, sono decollati poco dopo le ore 15:00 dalla base aerea di Gioia del Colle per intercettare un velivolo Boing777 della compagnia SAUDI AIRLINES che durante il sorvolo dello spazio aereo nazionale aveva perso il contatto radio con gli operatori addetti al controllo del traffico aereo (ATC).

Il velivolo civile, partito da Parigi Charles de Gaulle, era diretto a Jeddah, in Arabia Saudita. L’ordine di decollo immediato – in gergo tecnico “scramble” – è stato dato dal 22° Gruppo Radar AM di Licola (NA) su delega del CAOC (Combined Air Operation Centre) di Torrejon (Spagna), ente NATO responsabile d’area, in coordinamento con il Comando Operazioni Aeree (COA) di Poggio Renatico e gli enti della Forza Armata deputati alla sorveglianza dello spazio aereo nazionale e NATO.

Il personale del 22° Gruppo Radar ha immediatamente fornito ai piloti dei due caccia in volo le informazioni necessarie per intercettare il velivolo che non rispondeva alle chiamate radio.

Giunti nell’area interessata, i due caccia F-2000 Eurofighter del 36° Stormo hanno identificato il velivolo civile per la prevista VId (Visual Identification) e dopo aver accertato che non ci fossero condizioni di emergenza, lo hanno scortato fino al confine dello spazio aereo nazionale.

Il complesso sistema di difesa mediante il quale l’Aeronautica Militare assicura senza soluzione di continuità la sorveglianza dello spazio aereo nazionale è integrato, anche in tempo di pace, con quello degli altri paesi appartenenti alla NATO.

La catena di allertamento per questo tipo di eventi e per le violazioni dello spazio aereo prevede infatti che l’ordine di intervento immediato dei caccia (“scramble”) venga impartito dal CAOC (Combined Air Operation Centre) di Torrejon (Spagna), l’ente della NATO responsabile del servizio di sorveglianza dello spazio aereo nell’area che integra le capacità di sorveglianza e controllo del 11° gruppo D.A.M.I. e 22° Gruppo radar.

Tre sono gli Stormi dotati di assetti Eurofighter, che l’Aeronautica Militare impiega per il servizio di Difesa Aerea: il 4° Stormo di Grosseto, il 36° Stormo di Gioia del Colle ed il 37° Stormo di Trapani, i quali alimentano a turno, secondo necessità, anche una cellula temporanea presso la base del 51° Stormo di Istrana. Da marzo 2018 inoltre, nel sistema di Difesa Aerea sono stati integrati anche i velivoli F35 del 32° Stormo di Amendola, che contribuiscono, con specifiche capacità operative e tecnologia di ultima generazione, alla difesa dei cieli italiani.

Nella catena di difesa aerea NATO fanno parte anche l’11° Gruppo D.A.M.I. (Difesa Aerea Missilistica Integrata) di Poggio Renatico (FE) e il 22° Gruppo Radar di Licola (NA), i cui controllori che hanno il compito di avvistare e identificare tutto il traffico aereo che opera nello spazio aereo nazionale e controllare gli assetti della Difesa Aerea per intercettare le potenziali minacce aeree.

L’Air Operation Centre nazionale svolge compiti fondamentali nell’organizzazione del servizio di difesa aerea ed effettua una costante attività di supervisione sul corretto funzionamento del dispositivo. Qualora si presenti una minaccia non militare allo spazio aereo italiano, l’IT-AOC riprende il comando dei velivoli intercettori affidati alla NATO, per la successiva azione di contrasto. Ciò avviene quando un velivolo civile in transito nello spazio aereo nazionale evidenzi una condotta anomala e, quindi, potenzialmente pericolosa per la sicurezza, oppure qualora necessiti di supporto aereo per problemi tecnici che ne compromettano la sicurezza del volo, come nel caso odierno, dovuto alla perdita di comunicazioni radio.

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