VITTIME DEL RINNOVAMENTO RIPUDIATO GLI SCONFITTI DEL TURNO ELETTORALE DEL 28 OTTOBRE 2012

 Rinnovamento? Giusto! Doveroso! Sacrosanto! Se n’è parlato abbondantemente anche alla vigilia della campagna elettorale testé conclusa. Tutti d’accordo a parole. Nei fatti questa la risposta:”Magari più avanti, intanto scordatevi del passato e … partiamo”.  

Convinti ancora una volta di poter menare per il naso gli elettori,  si sono avventurati in prima persona in un campo minato. Per una missione impossibile. Tant’è che non sono arrivati. Una vera manna per il comico-politico Beppe Grillo. Che, con un battaglione di giovani freschi e puliti, ha spazzato via trucchi e maschere. I dati dicono inoltre che un siciliano e mezzo su due non ha votato. Decisione discutibile? Può darsi. Tuttavia anche questa non può non essere considerata libera scelta, o se volete, espressione di libertà al contrario. Usata come arma bianca contro l’arroganza di vecchi dirigenti di partito che, pochi mesi prima di una campagna elettorale che tutti sapevano ad altissimo rischio, hanno continuato, con giochi sporchi e mistificatori, a disfare di notte la tela del rinnovamento, che, di giorno, con fare esibizionistico, avevano personalmente cucito nel corso di accattivanti e mielosi incontri.

Pur sapendo che senza il cambiamento fortemente voluto da tutti sarebbero finiti contro un muro, hanno voluto bere fino in fondo il calice amaro della sconfitta. Che è arrivata con drammatica puntualità e che andava evitata, mettendo a punto un virtuoso progetto politico, attentamente elaborato per  arginare, dal punto di vista psicologico e culturale, il dilagante fenomeno della disaffezione popolare nei confronti di una politica vecchia, logora e gaudente, presa d’assalto da avventurieri, faccendieri, ladri e  mascalzoni, con la responsabilità diretta di chi avrebbe dovuto vigilare e non l’ha fatto, spesso per negligenza e molto spesso per interessi personali.

Un caro amico che non c’è più era solito ripetere che nella vita delle persone ci sono momenti  in cui le cose vanno come devono andare. Come dire che gli eventi, nel bene o nel male, ti aiutano a riflettere e a pensare. Le elezioni sono andate. Ed è stato quel che è stato. Auguri a chi ha vinto, con l’auspicio che riesca a lavorare bene per questa nostra terra incantevole e martoriata. Agli sconfitti diciamo che piangere sul latte versato non serve a nulla. Trascorso il tempo indispensabile per leccarsi le ferite, è loro “dovere civico” spendersi più di prima per riparare i guasti del passato e partecipare responsabilmente alla costruzione di un futuro migliore. Naturalmente se ne hanno voglia. Sapendo che domani è un altro giorno. Per tutti.

 

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