Violenza, silenzio, musica: la vera storia di Giuseppina Torre

Una vita all’apparenza perfetta: concerti internazionali, premi prestigiosi, collaborazioni con le major della musica. Ma dietro le note limpide del suo pianoforte, Giuseppina Torre nascondeva un silenzio carico di urla soffocate, lividi invisibili e umiliazioni quotidiane. Oggi, la celebre pianista e compositrice siciliana rompe quel silenzio con un libro-testimonianza che scuote le coscienze: “Un piano per rinascere. La mia storia dal vivo”, in libreria a partire dal 16 maggio.

Una narrazione potente, scritta insieme alla giornalista Barbara Visentin, che racconta senza filtri l’inferno di una relazione tossica cominciata quando lei aveva appena 14 anni. Dietro la maschera dell’amore, si celava un uomo capace di trasformare ogni gesto di affetto in un’arma. Prima la manipolazione psicologica, poi l’isolamento, infine la violenza fisica: schiaffi, sputi, calci, fino al completo annientamento della dignità.

Torre racconta episodi agghiaccianti: come il giorno in cui vinse un premio a Los Angeles e lui la accusò di essere “vanitosa” e “incapace di pensare al figlio”, o le volte in cui le sottrasse il denaro, le carte di credito, persino gli abiti da concerto, inscenando un furto. In questo crescendo di soprusi, il corpo e la mente si piegano, ma non si spezzano.

A salvarla è stata la musica. Il pianoforte — lo stesso che l’ha resa celebre in tutto il mondo — diventa il suo rifugio, la sua ancora, il mezzo attraverso cui rimettere insieme i pezzi e ricominciare. Le denunce non sono state accolte come avrebbero dovuto. Perfino davanti ai carabinieri, Giuseppina si è sentita messa in discussione e attorno a lei, una città che non le credeva.

Oggi vive a Milano, ha ripreso il controllo della sua vita e il figlio di 19 anni ha scelto di stare al suo fianco. Non per schierarsi contro qualcuno, ma — come dice lei — “dalla parte della verità”.

Il suo libro è un urlo necessario, una luce accesa nel buio in cui ancora troppe donne vengono lasciate sole. È anche un invito concreto: non restare in silenzio, denunciare, credere in sé stesse. Il dolore non si cancella, ma si può trasformare. Dopo il successo dei concerti in Australia, continua in Italia il suo tour, dove porta non solo la sua musica, ma anche la sua storia: una testimonianza viva, vera, che arriva al cuore e scuote l’anima.

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