UNA RAFFINATA CRITICA LETTERARIA SU “IL FIGLIO DELLA RUOTA”

Tra gli appuntamenti culturali del Caffè Letterario Quasimodo, quello di Sabato 23 Ottobre svoltosi presso l’Aula magna dell’Istituto Gaetano Curcio  a Ispica, ha visto insignire della medaglia Quasimodo lo scrittore ispicese Gianni Stornello, premiato per il suo nuovo romanzo dal titolo “Il figlio della ruota” edito da Prova d’Autore.  Al tavolo della presentazione, insieme a Stornello, anche l’On. Innocenzo Leontini in qualità di bibliofilo e Componente della Commissione di Vigilanza  della biblioteca regionale dell’Ars, il direttore letterario della Casa Editrice del romanzo, Prof. Grasso, il Presidente del Caffè Letterario, Prof. Pisana, il Preside dell’Istituto Curcio, Prof. Franzò e la scrittrice Daniela Fava.

A relazionare sul romanzo, oltre al Prof. Grasso, anche l’On. Leontini.

In proposito, ricordando la profonda devozione alla lettura e l’innata passione per i libri dell’On. Leontini, l’invito ad una serata dedicata alla narrativa si è rivelato per lui occasione gradita per poter dedicare ai presenti un piacevole momento di raffinata critica letteraria. Leontini ha esordito complimentandosi vivamente con l’autore, esaltando l’evoluzione della sua penna e della sua sensibilità che, a suo dire, stanno raggiungendo livelli di grande maturità letteraria.

Si è poi soffermato sulla sapiente utilizzazione da parte dell’autore della mescolanza della letteratura aulica al dialetto, con una padronanza tale da potersi ritenere il primo in territorio ibleo a realizzarla in maniera così riuscita.

Leontini ha voluto citare alcune pagine del romanzo, mostrando il suo apprezzamento per gli innumerevoli richiami dell’autore alla comunità ispicese e alla celebrazione di grandi sentimenti come il coraggio, la libertà, la giustizia, il rispetto. Definendo l’autore del romanzo come uno “scrittore consapevole” che ha reso onore alla sua terra natìa e alle sue origini, Leontini ha concluso il suo intervento dando merito allo spessore qualitativo dell’opera di Stornello rispetto alla “insostenibile leggerezza dell’essere” delle tante letture contemporanee. (m.b.)

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