UNA PIOGGIA ROSSA PER ONORARE SAN BARTOLOMEO

 

Una pioggia rossa. Un grido che esce dal cuore di tutti: “Patronu”. E un’onda umana che si muove come se fosse animata da un’unica persona. Soprattutto quando discende le ripide scalinate della basilica. Un momento suggestivo, emozionante, carico di fede e allo stesso tempo tra gli elementi folkloristici più significativi in terra di Sicilia. Tutto questo, e molto altro, è la tradizionale “Sciuta” di San Bartolomeo Apostolo che, come ogni anno, si è consumata a Giarratana quest’oggi a mezzogiorno in punto, tra una folla di fedeli che ha applaudito l’evento più atteso. Il simulacro del Patrono, spinto da una selva di mani, è venuto giù dopo l’uscita dalla chiesa di San Bartolomeo con un fragore di mortaretti e un diluvio di “nzaiareddi”, le caratteristiche strisce in carta di vari colori, con il rosso a predominare, e poi più volte ha reso onore al tempio che lo ospita tutto l’anno con la particolare movenza che ne determina l’andatura prima di dare il via alla processione. Per qualche minuto tutta Giarratana si è fermata e si è concentrata dinanzi all’edificio di culto che ospita il Patrono. La “Sciuta” è la tradizione religiosa che meglio raffigura il carattere forte e determinato dei giarratanesi. Ad anticipare il momento dell’uscita il rullare dei tamburi di Giarratana, preceduto dal suono delle trombe egiziane. Poi, l’apoteosi. La tradizionale “Sciuta” è stata salutata da manifestazioni di giubilo. Quindi, la processione ha preso il via seguendo il tradizionale percorso cittadino caratterizzato, tra l’altro, dalla visita della chiesa di Sant’Antonio Abate e dall’omaggio floreale alla Madonna della Neve. Prima, però, c’è stato tutto il tempo di presentare al Patrono i nuovi nati della comunità con un rito che affonda le radici nella notte dei tempi. La seconda processione si terrà in serata a partire dalle 21.

La solenne concelebrazione di questa mattina è stata presieduta, alla presenza, tra gli altri, del parroco, don Gino Ravalli, da don Antonio Ucciardo, docente di Teologia presso l’Istituto superiore di scienze religiose San Luca di Catania, che nell’omelia ha voluto mettere in rilievo i tratti distintivi di San Bartolomeo che “ha seguito il Cristo in quanto ha riconosciuto in lui il figlio di Dio. Questa è la missione del cristiano – ha detto don Ucciardo – annunziare che Gesù è il Salvatore. Oggi viviamo in un contesto culturale particolare. E molti cristiani forse dimenticano cosa significhi questo primato di Cristo”. Don Ucciardo ha poi richiamato le ragioni della nostra civiltà, della nostra tradizione e la contrapposizione di una cultura ormai relativista agli insegnamenti del Vangelo. Alla cerimonia religiosa di questa mattina, impreziosita dalla presenza della reliquia di San Bartolomeo proveniente dalla basilica di Benevento, erano presenti le massime autorità civili, tra cui il sindaco Lino Giaquinta, i componenti della Giunta municipale, i consiglieri comunali, i sindaci di Chiaramonte, Vito Fornaro, e di Monterosso Almo, Paolo Buscema, oltre al già presidente del Consiglio provinciale Giovanni Occhipinti.

 

 

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