Una fiaccolata a 30 anni dalle stragi di mafia, ricordando Falcone, Borsellino ma anche Daouda Diane, scomparso ad Acate

Una fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino, di Giovanni Falcone, degli uomini e delle donne che viaggiavano con loro, ma anche in ricordo dell’ivoriano Daouda Diane, il 37enne scomparso il 2 luglio ad Acate. L'iniziativa promossa dall'associazione Libera, con il presidio  Libera Ragusa “Daphne Caruana Galizia”, ieri sera ha attraversato Marina di Ragusa. Da segnalare, purtroppo,  una non cospicua presenza di giovani. A cui però si sono rivolti i rappresentanti istituzionali che hanno parlato come il sindaco Peppe Cassì, il procuratore Fabio D'Anna, la viceprefetto Cettina Pennisi, ma anche proprio i rappresentanti di Libera Ragusa. E di quest'ultimo riportato il testo completo della loro riflessione mentre a seguire potete trovare il link VIDEO della diretta da Marina di Ragusa.  

LA RIFLESSIONE DI LIBERA RAGUSA
Sono passati 30 anni dal 1992, dall’anno che ha visto i più forti e tragici attacchi alla nostra convivenza civile e democratica da parte della barbarie del potere mafioso, da parte dei cultori della prepotenza e della sopraffazione. 30 anni fa, lo sgomento iniziale ha fatto seguito ad una reazione emotiva e spontanea, la più bella e pura reazione che la nostra società ricordi. Migliaia di persone in piazza, l’abbraccio spontaneo e collettivo ai caduti di via d’Amelio, un fiume di gente a gridare “fuori la mafia dallo Stato”. E poi lenzuoli bianchi ai balconi, l’organizzazione della società civile, la nascita delle associazioni antiracket e antimafia. E infine Libera, l’importanza di fare rete, di coltivare la memoria e l’impegno. Il 23 maggio Giovanni, Francesca, Vito, Rocco, Antonio, il 19 luglio Paolo, Emanuela, Vincenzo, Walter, Claudio, Agostino, e poi la giovanissima Rita, che ha scelto di lasciare questo mondo pensando che i prepotenti avessero vinto. “Vi hanno sepolti, non sapevano che eravate semi”, una delle più belle frasi dedicate a loro. E se ancora dopo 30 anni siamo qui a ricordarli, se ancora cerchiamo di far luce sulla strage di via d’Amelio nonostante i numerosi depistaggi a diversi livelli, che adombrano il terribile sospetto di complicità istituzionali, se ancora ci emozioniamo a vedere i loro volti puliti e ci commuoviamo a pensare al loro sacrificio, è perché vogliamo che le piante germogliate da questi semi sepolti allora continuino a crescere, e si trasformino in una grande foresta di civiltà capace di cancellare, una volta per tutte, il deserto valoriale della cultura mafiosa, e consentire alle nostre terre di assaporare finalmente quel “fresco profumo di libertà” che Paolo Borsellino evocava a proposito di chi non si inchina ai compromessi morali.

GUARDA IL VIDEO
https://youtu.be/ZCfh_feEuXk?t=848

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