Un sussidio per il triduo pasquale da celebrare a casa

Anche l’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa sta diffondendo ai malati e ai fedeli un sussidio per la celebrazione del triduo pasquale che prende il via da oggi. Si tratta di una delle proposte maturate dal lavoro di un gruppo di teologi, storici, catecheti che, davanti alla situazione sociale ed ecclesiale generatasi con l’epidemia da coronavirus, hanno cercato uno spazio di confronto sulle sfide sociali, culturali, ecclesiali inedite che ci stanno davanti. “Il sussidio – dice il direttore della Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti – è intitolato #iocelebroacasa per richiamare la sfida di vivere la casa, dove ci troveremo ancora nei giorni pasquali, non solo come luogo per celebrare la fede, ma come occasione per scoprire la dimensione domestica dell’esperienza del seguire Gesù e per vivere nuovi stili di celebrazione.

La casa, i gesti quotidiani, le presenze che la abitano sono da assumere come vita che si fa liturgia, e come attuazione di una liturgia che respira della vita ordinaria e quotidiana. La proposta non è quindi una semplice trasposizione dei riti del triduo pasquale ma una proposta nuova, per riti domestici, che si articola in tre itinerari con taglio e accentuazioni diverse”.

Un primo itinerario ha un carattere sapienziale. Nei libri sapienziali della Bibbia si parla poco di Dio e molto delle cose umane, ma in esse si ricerca la traccia e la voce stessa di Dio che da lì ci raggiunge. Un secondo itinerario ha un carattere con accento rituale ed offre un’esperienza del celebrare la Pasqua in attenzione al passaggio di Cristo e al passaggio dei cristiani ad una vita nuova.

Il terzo ha un carattere battesimale ed ecclesiale: è invito a riscoprire in questi giorni di Pasqua la chiamata del battesimo e il soffio dello Spirito donato ad una comunità di fratelli e sorelle chiamati al servizio, allo scambio dei doni ed alla testimonianza nel dialogo. Per scaricare il sussidio basta cliccare sul sito www.diocesidiragusa.it “Chi è solo – conclude don Giorgio – potrebbe unirsi ad altri con i mezzi che consente oggi la tecnologia per celebrare insieme seppur a distanza, qualche momento tra quelli proposti”.

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