Ucraina: da Ragusa Svitlana: “Mio figlio al fronte, ho paura”

Preoccupazione anche in provincia di Ragusa tra gli ucraini che sono presenti per motivi di lavoro. Sono soprattutto donne che fanno le badanti. Come Svitlana Humeniuk che da sei anni lavora come badante a Ragusa. Al quotidiano La Repubblica, in un articolo di Claudia Bonetto, racconta quanto sia preoccupata. Lei è qui a Ragusa. Suo figlio al fronte, a combattere per difendere il suo Paese.  

"Al momento c'è bisogno di tutto – racconta Svitlana – Medicine, vestiti, anche giocattoli per i bambini. Con altre mamme ucraine che vivono in Sicilia stiamo facendo uno sforzo per mandare aiuti ai nostri cari e lo faremo finché ce ne sarà bisogno". 
Tenta di sentire il più possibile il figlio ma non è sempre facile. "Scrivo ogni giorno a mio figlio su WhatsApp e aspetto che mi risponda – racconta la mamma ucraina a La Repubblica – A volte passano ore, l'ultima volta quattro, sembravano infinite. Sto con il fiato sospeso. La sua risposta significa che è ancora vivo. Gli chiedo le cose che può chiedere una mamma, come sta, se ha mangiato, se ha dormito. So che sono giorni terribili e lui non può neanche stare al telefono. Ma un messaggio mi basta".

Le risposte di Alex sono sempre sintetiche: "Va tutto bene", il più delle volte. "Ma lo so che non è così, lo so che sta rischiando la vita e come lui tutti gli altri miei connazionali. Guardo le immagini dei telegiornali – dice Svitlana – e mi vengono i brividi". 

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