Totò Cuffaro amareggiato per le divisioni nel centrodestra: “Traditi gli accordi su Ragusa”

Le fratture all’interno del centrodestra non sono più solo sussurrate nei corridoi della politica siciliana, ma vengono ora sancite pubblicamente da chi quelle alleanze le ha cercate, costruite, e – oggi – le vede sgretolarsi. A fare il punto è Totò Cuffaro, leader nazionale della Democrazia Cristiana, che con una nota carica di rammarico prende posizione netta sul caso Ragusa, dove le tensioni tra i partiti della coalizione sono ormai scoppiate in superficie e hanno di fatto compattato tutto il centro destra isolando la Dc di Cuffaro i provincia rappresentata da Ignazio Abbate.

“Nel tavolo regionale della coalizione del centrodestra la Dc ha rinunciato a scegliere il presidente nelle altre province pur di avere la possibilità di designare quello di Ragusa – dichiarano con amarezza Cuffaro e il segretario regionale Stefano Cirillo –. Abbiamo purtroppo dovuto prendere atto che non c’è stata da parte dei partiti della coalizione la stessa nostra voglia di rispettare tali impegni”.

Il riferimento, non troppo velato, è alla doppia candidatura alla presidenza del Libero Consorzio di Ragusa da parte del centro destra. Da un lato Maria Rita Schembari, sindaca di Comiso, proposta da Fratelli d’Italia e sostenuta da Forza Italia, Grande Sicilia e Lega. Dall’altro, Gianfranco Fidone, primo cittadino di Acate, candidato fortemente voluto dal deputato regionale democristiano Ignazio Abbate e appoggiato anche da Noi Moderati. Una spaccatura che – secondo i vertici della Dc – rappresenta non solo una lesione al patto interno alla coalizione, ma un tradimento dello spirito di lealtà politica che avrebbe dovuto governare la scelta dei candidati nelle varie province.

“Fidone è l’unico candidato presidente della Democrazia Cristiana in tutte le province della Sicilia – prosegue la nota –. La Dc siciliana e nazionale gli sarà accanto e faremo tutto il possibile perché possa raggiungere il risultato sperato”. Le parole di Cuffaro sono il riflesso di una frustrazione palpabile, ma anche di una volontà precisa: marcare il territorio, rivendicare la coerenza, e rilanciare il ruolo della Dc come forza autonoma e determinata, non disposta a subire decisioni calate dall’alto o giochi di potere che disattendono gli accordi. “A lui, alla segreteria provinciale e al nostro deputato Ignazio Abbate – concludono Cuffaro e Cirillo – va la nostra totale fiducia, il nostro sostegno e impegno”.

In questo scenario, la battaglia per Ragusa assume un valore simbolico che va oltre la singola provincia: è il termometro di un centrodestra che, a dispetto delle proclamazioni unitarie, mostra le sue faglie interne più profonde proprio nei momenti decisivi. E mentre gli altri partiti sembrano perseguire logiche di forza numerica, la Dc gioca la carta dell’identità e della coerenza. Come dire: anche quando si perde l’appoggio di alleati incerti, si può vincere se si ha il coraggio di restare fedeli a se stessi.

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