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Tagliati 3 miliardi alla Sicilia: a rischio strade, città e sviluppo. I fondi si spostano al Nord
27 Mag 2025 05:55
Quasi tre miliardi di euro, già destinati alla Sicilia per infrastrutture strategiche, sono stati definanziati o dirottati altrove. È quanto emerge con crescente preoccupazione da una serie di denunce trasversali, che coinvolgono associazioni di categoria e rappresentanze politiche regionali. In particolare, l’allarme lanciato dal Movimento “Grande Sicilia”, ricalca quello già espresso dall’Ance Sicilia e dall’eurodeputato Marco Falcone: il Sud, e la Sicilia in particolare, si vedono sottrarre risorse vitali per la crescita, mentre al Nord si continua a investire su maxi-opere.
Il cuore della notizia è freddo e crudo nei numeri:
- 800 milioni di euro sottratti a Province e Comuni siciliani per la manutenzione delle strade;
- Oltre 1 miliardo di euro cancellato dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e reindirizzato verso progetti come il Terzo Valico dei Giovi, infrastruttura che collega il Piemonte alla Liguria.
A essere penalizzati non sono soltanto cantieri già in fase progettuale o esecutiva, ma interi piani di rigenerazione urbana, sicurezza del territorio e collegamenti interni, attesi da anni. A rischio, dunque, non solo l’ammodernamento della viabilità, ma anche il futuro economico e sociale di molte comunità locali.
Il paradosso del “Piano Mattei”
Mentre la Sicilia viene descritta come “crocevia strategico” per i rapporti tra Europa e Africa nell’ambito del cosiddetto Piano Mattei, nella pratica si registrano tagli pesanti che ne depotenziano proprio il ruolo centrale nel Mediterraneo. Una contraddizione che non è sfuggita né alla politica né al tessuto imprenditoriale isolano.
La proposta: un Piano Siciliano per le Infrastrutture
Il Movimento Grande Sicilia, prendendo atto del definanziamento, propone una reazione concreta: la creazione di un Piano siciliano per le Infrastrutture, gestito direttamente dalla Regione Siciliana, con fondi vincolati, tempi certi e progettazione locale. Tra le proposte anche l’istituzione di un fondo rotativo autonomo, alimentato dalla compartecipazione ai tributi generati sul territorio.
Inoltre, si invoca l’attivazione immediata di una Cabina di Regia regionale, che coinvolga Ance, Università, Comuni e categorie produttive, per mettere a sistema le competenze e creare una visione condivisa del futuro infrastrutturale dell’Isola.
Una battaglia che riguarda tutti
La questione non è solo politica, ma profondamente economica e sociale: senza infrastrutture moderne, la Sicilia resta indietro in competitività, attrattività per gli investimenti, qualità della vita e servizi. “Non servono ponti retorici, ma ponti economici”, si legge nel documento del movimento. E la verità è che, senza un’inversione di rotta, a rimanere isolati non saranno solo i territori, ma le possibilità di riscatto per un’intera generazione.
Il PD: “Inaccettabile ennesimo taglio Sicilia”
“E’ inaccettabile l’ennesimo taglio di risorse perpetrato dal governo Meloni ai danni della Sicilia. Cosa ancora piu’ grave se questi fondi sottratti alla Sicilia, complessivamente circa 3 miliardi di euro, vengono dirottati alle gia’ ricche regioni del Nord Italia. Tagliare di oltre 70% le somme destinate alla manutenzione delle strade provinciali, alla mobilita’ sostenibile e alle rigenerazione urbana ad una regione come la nostra, in cui le arterie stradali interne sono abbandonate e gli spostamenti tra le citta’ capoluogo avvengono in tempi medievali, e’ letteralmente una vergogna”. Lo dichiara il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo. “E’ sconfortante per altro – aggiunge – leggere che oggi anche da alcuni esponenti della maggioranza di centrodestra venga rilevata l’estrema lentezza dei cantieri aperti e una spesa troppo bassa come abbiamo gia’ piu’ volte detto anche noi, in questi mesi, in particolare per quanto riguarda l’alta velocita’ Palermo-Catania e quelli per l’autostrada Ragusa-Catania per i quali abbiamo piu’ volte sollecitato – conclude – sia Rfi sia Anas ad essere piu’ solerti possibile”.
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