STATO DI ASSOLUTO DEGRADO DELLA STORICA VILLA AGRESTE

Il presidente della Sezione di Ragusa di Italia Nostra ha consegnato al Soprintendente Alessandro Ferrara una corposa documentazione in forma di segnalazione urgente.

L’associazione ambientalista ha infatti informato il responsabile dell’Ufficio di tutela ambientale, monumentale e culturale dello stato di assoluto degrado nel quale si trova attualmente una storica e bellissima villa agreste del nostro territorio.

La “Villa Serramenzana”, dal nome della contrada nella quale insiste, sulla strada che da Ragusa porta a Comiso e conosciuta come “cincu zucca”, è infatti una tipica masseria di metà ottocento, con annessa una spettacolare villa nobiliare che – voluta allora dalla famiglia Morso – è passata di mano da un proprietario all’altro nel corso di un secolo e mezzo.

“Si tratta di un caso di abbandono di un immobile che la nostra associazione ritiene di pregio, sia dal punto di visto architettonico sia dal punto di vista storico – spiega Giovanna Iacono, presidente di Italia Nostra – Si tratta di una tipica masseria, con alcune caratteristiche peculiari, la più importante delle quali è certamente il baglio basolato, chiuso, e con un portico che corre lungo tutto il perimetro del cortile ma con le colonne di sostegno staccate dai muri perimetrali, tale da formare quindi un portico e nel contempo un corridoio di accesso ai numerosi locali del piano terra. Al piano superiore si accede da una doppia scala che immette in un terrazzo poggiato sul già citato portico e poi, da un portale molto elegante, all’appartamento nobiliare. Questo spazio è stato in tempi remoti abbellito da pavimenti artistici e da soffitti tutti affrescati”. Ma non è più così da decenni, a sentire Italia Nostra e a guardare le foto che la dottoressa Iacono ha consegnato al Soprintendente Ferrara.

“Lo stato attuale della masseria risulta fortemente compromesso da decenni di abbandono – conferma il presidente Iacono – durante i quali le intemperie e soprattutto i ladri hanno creato danni in parte, forse, non recuperabili. Quanto abbiamo chiesto al Soprintendente è una indagine per risalire agli attuali proprietari dell’immobile e, per quanto è concesso dalla legge, ammesso che la masseria sia tra quelle vincolate, tentare il recupero di un immobile che oltre a rappresentare una preziosa testimonianza di epoche di illuminismo culturale della classe dirigente di questa collettività, rappresenta certamente una opportunità. Opportunità di ordine squisitamente culturale e, in sub-ordine, di tipo economico, viste le potenzialità turistiche per una antica masseria che, se riportata allo stato precedente l’abbandono, potrebbe rappresentare un polo di eccellenza per gli studiosi dell’architettura, della storia e dell’economia della parte sud-orientale della Sicilia”.

 

 

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