SOLO UN PROBLEMA DI SOGLIE?

I cittadini da anni aspettano una modifica di una legge elettorale già definita una “porcata” proprio da chi le ha dato i natali contraddicendo il bellissimo vecchio detto napoletano “puro ‘o scarafone e bello a mamma soi”.

Il problema è che le leggi elettorali dovrebbero farsi a inizio legislatura in modo da non indurre nel sospetto che siano condizionate dalle previsioni dell’andamento delle elezioni quando esse sono prossime.

Dopo anni di attesa e di dibattito eccoci alla vigilia di nuove elezioni e il dibattito sul sistema elettorale ora non può non risentire delle imminenti elezioni anche perché sia chiaro modificare il porcellum non costituisce di per se garanzia di una legge migliore dell’attuale potremmo infatti dire che anche in questo campo al peggio non c’è fine!

Ed ecco infatti che tra le proposte in campo si fa strada il ritorno al sistema proporzionale corretto con sbarramento minimo per entrare in Parlamento e premio di maggioranza (ma nel 1992 non avevamo fatto un referendum con cui in modo plebiscitario avevamo optato per il maggioritario?).

Nonostante questo “piccolo” rilievo ecco che la discussione si incentra sulla quantificazione del premio di maggioranza ( alcuni paventano che non debba essere superiore al 10-15% perché incorrerebbe in profili di incostituzionalità) e sull’opportunità di assegnarlo al partito più votato o alla coalizione più votata.

Si capisce che il problema non è irrilevante atteso che la scelta del premio alla coalizione piuttosto che al partito di fatto stimola a costituire le alleanze prima del voto e a presentarle già precostituite agli elettori o viceversa dare la possibilità di crearle in Parlamento dopo le elezioni (elemento per niente trascurabile!).

E di grande importanza è anche l’individuazione di una “soglia” oltre la quale assegnare il premio di maggioranza, la presenza o meno di essa di fatto aumenta o diminuisce, in presenza di un forte frazionamento del panorama politico la possibilità di creare maggioranze stabili o meno; ebbene in commissione qualche giorno fa un “nostalgico” fronte composto da PDL, Lega e UDC ha individuato come soglia minima da raggiungere per fare scattare il premio di maggioranza il 42,5%.

Per capire cosa questo può comportare basta pensare alle recenti elezioni regionali; la Sicilia infatti può costituire un valido esempio di frazionamento del panorama politico tutto sommato riproducibile in campo nazionale: si tratta di un sistema proporzionale ad elezione diretta del Presidente, corretto da soglia di sbarramento (5%) con premio di maggioranza (il 10% seggi) assegnato “senza soglia minima da raggiungere”.

Ebbene già così il risultato è una coalizione che governa senza maggioranza (gli mancano 7 seggi per il 51% dell’Assemblea), con grosse difficoltà di governabilità; immaginate se il premio di maggioranza non fosse scattato perché non raggiunta la soglia del 42,5%: alla coalizione vincente sarebbero mancati tra 12 e 13 seggi per avere la maggioranza dell’Assemblea, costringendo chi vince le elezioni praticamente o a larghe coalizioni tra ex avversari (che l’elettorato usa qualificare come “inciuci”) o all’ingovernabilità.

In un momento in cui tutta la credibilità internazionale si gioca sulla stabilità del governo e sulla capacità di tenere fede a impegni internazionali gravosi per il Paese un sistema come questo è quello che ci vuole per l’Italia?

Ma la cosa che lascia più sorpresi è la dichiarazione di Casini che per giustificare questo inserimento di soglia (“Vogliamo lasciare una legge elettorale che permette a Bersani e Vendola di raggiungere il 55 per cento con il 30 per cento dei voti?. Chi vuole questo alzi la mano: io non lo voglio”) palesando così, qualora qualcuno ne dubitasse, che la legge elettorale in costruzione non è figlia della lungimiranza politica di chi vuole dotare l’Italia di una legge che vada bene per il futuro, ma figlia della stessa grettezza del porcellum che fu inventato alla vigilia delle elezioni del 2006 per “avvelenare i pozzi” in attesa dell’avanzata del centrosinistra.

In pratica diversa nel “merito” ma esattamente identica nel “metodo” di confezionamento dell’attuale legge elettorale.

Da una logica simile solo per un colpo di inattesa fortuna può venire una legge dignitosa!

Per non dire poi che qualcuno dovrebbe fare notare all’ineffabile leader dell’UDC che quella legge che darebbe il 55% a Bersani e Vendola detta “porcellum” è stata si concepita da  Calderoni, ma partorita grazie ai buoni uffici dello stesso Casini in quanto Presidente della Camera dei Deputati e leader di uno dei partiti della maggioranza!

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