SFIGMO E FONENDO di Alessandro Tumino

Le malattie croniche in Italia colpiscono oggi 25 milioni di persone,il 45,6% dei cittadini sopra i 6 anni d’età e il problema non riguarda solo gli anziani; basta pensare che hanno malattie croniche 7,6 milioni di Italiani tra 6 e 44 anni. Questi dati sono emersi nella prima” Conferenza italiana sull’accesso alle cure nelle malattie croniche” che si è posta l’obiettivo di vedere pregi e debolezze del Sistema Sanitario e stimolare eventuali riforme. Sono emerse alcune criticità quali la discontinuità tra l’assistenza di base e quella specialistica (vediamo quali migliorie apporteranno i PTA dell’Assessore Russo) la difficoltà di accesso ai farmaci (ma il Ministro Fazio ha preannunciato un decreto che dovrebbe uniformare l’immissione e la rimborsabilità in ugual tempo in tutte le Regioni); l’approccio “monodimensionale” dei ricoveri ospedalieri; la scarsità delle ore dell’ADI (l’Assistenza Domiciliare Integrata un tempo fiore all’occhiello della nostra ASP ora forse un pò appassito); la mancata o scarsa concessione dei presidi Sanitari.

In concreto è emerso anche che le ben note disuguaglianze tra Nord e Sud del Mondo, che si ripercuotono su sopravvivenza e mortalità da malattie croniche ed infettive,sono,seppur  in termini numerici non così drammatiche, presenti, soprattutto se si fa riferimento all’ accesso alla salute, anche all’interno dei Paesi più ricchi; pensate esistono differenze  significative, se ci si riferisce alle grandi Città Industriali del Nord, tra i quartieri “operai” e le Zone Residenziali.

Le malattie croniche considerate sono il diabete,le malattie ischemiche del cuore,gli ictus e le emorragie cerebrali,la broncopneumopatia cronica ostruttive e l’enfisema,la cirrosi epatica,le neoplasie, le demenze senili ed il morbo di Parkinson. Ma la prima causa di malattia (18,3% di Italiani sopra i 6 anni) sono le patologie osteoarticolari (artriti e artrosi), segue l’ipertensione (13,6%) e le malattie allergiche (10,7%).

Oltre il 44% degli anziani oltre gli 80 anni vive in condizione di disabilità mentre il totale degli Italiani disabili è pari a 2 milioni e 600mila persone; questi dati epidemiologici impongono la necessità di garantire assistenza e terapie personalizzate e per  lungo tempo e soprattutto impongono l’urgenza di trasferire le  risorse dagli ospedali al territorio. L’Ospedale dovrebbe essere  più “raro” e più grande o meglio, come già al Nord hanno cominciato a fare, di “Area Vasta”, che serva almeno un milione di Abitanti.

Questo impone la Riconversione dei piccoli ospedali (che già sarebbe dovuta avvenire per legge dal Decreto Bindi del 1999) in strutture Territoriali,con servizi capaci di fronteggiare la nuova epidemiologia,realizzando economie di scala da riversare nell’integrazione Socio sanitaria. Forse c’è da riflettere, e non solo, se solo si guarda a quello che succede da noi!

*Alessandro Tumino medico di base

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