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Sequestrate nel ragusano oltre 250 mascherine non sicure
18 Mar 2020 15:57
In attuazione delle direttive centralmente disposte, anche il Comando Provinciale di Ragusa ha intensificato le attività di controllo economico del territorio per contrastare le condotte di chi – approfittando dell’attuale situazione emergenziale correlata alla crescente diffusione del c.d. “Coronavirus” – pone in essere pratiche commerciali scorrette in danno della cittadinanza, con la vendita di prodotti non corrispondenti alle prescrizione tecniche per essere considerati presidi medici e/o ceduti a prezzi esorbitanti o fuori mercato.
In tale contesto le Fiamme Gialle iblee, con la collaborazione dei medici dell’ASP di Ragusa, nella giornata di ieri, hanno eseguito un sequestro di oltre 250 mascherine non sicure, alcune delle quali commercializzate presso una farmacia come dispositivi medici, tutte messe in commercio, tra l’altro, in violazione delle disposizioni recate dal Codice del consumo e in materia di sicurezza prodotti.
L’attività condotta dai militari della Compagnia di Ragusa e della Tenenza di Modica – coordinate dal sovraordinato Gruppo – nei comuni di Ragusa e Scicli ha avuto origine dallo sviluppo di elementi informativi autonomamente acquisiti nel corso di specifici servizi di controllo del territorio tuttora in corso.
Al termine delle operazioni, i titolari delle attività economiche sono stati segnalati alla competente Camera di Commercio e ora rischiano una sanzione amministrativa fino a oltre 25.000 euro, inoltre, per uno di loro, è stata inoltrata una apposita segnalazione alla locale Procura della Repubblica per l’ipotesi di reato di frode in commercio. Infatti per quest’ultimo l’analisi della documentazione contabile acquisita dai militari ha permesso di accertare la vendita di oltre 1800 mascherine – cedute ad ignari clienti convinti di acquistare un prodotto sicuro ed efficace per la protezione primaria – avvenuta attraverso la semplice indicazione sullo scontrino fiscale di un codice univoco riferibile al prodotto, certificandolo indebitamente quale dispositivo medico CE.
A tale riguardo è bene precisare che, come ricordato dai tecnici della ASP, il tipo di maschere filtranti richieste per evitare il contagio da Coronavirus (classificato come “rischio biologico”), sono regolate dalla norma europea UNI EN 149. Tale norma, a seconda dell’efficienza filtrante, classifica le maschere in FFP1, FFP2, FFP3, dove FF significa Semimaschera Filtrante. Le mascherine consigliate a chi si deve proteggere dal virus (quindi medici e persone a contatto con malati) sono di classe FFP2 o, meglio, FFP3 che hanno una efficienza filtrante del 92% e 98% rispettivamente.
Tali dispositivi sono pienamente efficaci solo se indossati con precisa procedura.
Invece, le mascherine FFP1, con il 78% di efficienza, sono considerate insufficienti per dare una completa protezione dal virus.
Tutte le altre tipologie di mascherine hanno una utilità relativa. Quelle riconosciute come DPI (dispositivi di protezione individuale) sanitari, forniscono una protezione nei confronti della diffusione all’esterno bloccando le goccioline di secrezioni respiratorie emesse dalle persone malate che le indossano. Non sono fatte per proteggere chi le indossa nei confronti di aerosol fini che potrebbero contenere particelle infettanti di piccolissime dimensioni come i virus.
In assenza di mascherina è comunque opportuno mantenere le distanze di sicurezza di almeno un metro e in ogni caso evitare di toccarsi occhi bocca e naso.
Occorre sempre prestare attenzione nell’acquisto delle mascherine per essere sicuri che quello che si sta comprando sia corrispondente alle necessità ed alle aspettative. E’ forte il rischio che in questa situazione di emergenza siano poste in circolazione delle mascherine che non hanno le caratteristiche tecniche richieste e che quindi possano essere pressoché inutili, avendo lo stesso effetto di una normale sciarpa o di una mascherina fabbricata in casa.
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