SEQUESTRATE 450 METRI DI RETI ABUSIVAMENTE CALATE ALL’INTERNO DEL PORTO COMMERCIALE DI POZZALLO

Altro giro, altro sequestro. Un vero grattacapo per i militari della Guardia costiera la pesca abusiva al porto di Pozzallo. All’operazione conclusa lo scorso 4 aprile, culminata con il sequestro di circa 700 metri di reti da pesca, fa seguito quella di ieri, con il sequestro di 450 metri di reti di “nessuno”. A questo punto, considerato che il fenomeno non accenna a diminuire, sono in molti a porsi interrogativi sull’impianto di telesorveglianza. Funziona o no?

“Questa – dicono –  è gente che va beccata sul posto. Diversamente non c’è verso di risolvere il problema. A meno che non si decida di piazzare in zona una pattuglia di guardia h24”.

In effetti se ogni sera, tutte le sere, decine di persone riescono a fare i loro comodi piazzando reti da pesca laddove è assolutamente vietato,  allora, francamente, gli interventi a posteriori servono a ben poco. Anche perché la frequenza di tale tipo di reato lascia supporre che vale la pena tentare. Cioè a dire tra il rischio di perdere alcuni metri di rete, senza mai essere identificati, e la possibilità di farla franca portando a casa chili di pesce pregiato, gli “ignoti” abusivi del mare continuano a fare come sempre hanno fatto. Pur sapendo che, se rintracciati, pagheranno multe che vanno fino a 3000 euro a carico degli appassionati (si fa per dire) di pesca sportiva, e a 6000 nei confronti dei “lavoratori” professionisti. Purtroppo i risultati, ad oggi, dicono che non è facile rintracciare i proprietari di reti e attrezzature senza marchio, uguali e perfettamente anonime.

“Possibile – dicono alcuni anziani pescatori del luogo – che nessuno abbia mai visto nessuno calare le reti in ambito portuale? Eppure basterebbe una piccola collaborazione, una semplice telefonata, per impedire il lavoro “sporco” di chi cerca ostinatamente facili scorciatoie per mettersi qualche centinaio di euro in tasca a danno di chi lavora onestamente”.

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