Scicli perde il finanziamento di 5 milioni di euro per il restauro dell’ex convento della Croce. Replica dell’amministrazione

“E’ un giorno triste per la città di Scicli. E non mi va neppure di fare polemiche. Dobbiamo solo prendere atto di una pesante sconfitta come comunità. Abbiamo perso un consistente finanziamento di cinque milioni di euro dalla Regione per restaurare e valorizzare l’ex convento della Croce che sorge sulla sommità dell’omonima collina. L’ex convento, per noi sciclitani, rappresenta un bene culturale di assoluto valore. Avevamo cercato di fare il possibile, a Palermo, per drenare questi fondi verso un sito religioso che si compone di un convento, una chiesa, un oratorio e due cortili, mettendo in rilievo uno degli edifici più antichi di Scicli. E, però, la Regione, a distanza di anni e in assenza di adeguata documentazione da parte del Comune, ha revocato il finanziamento”.

A denunciarlo il deputato regionale Orazio Ragusa che spiega come il finanziamento in questione prevedeva anche l’adeguamento dell’impiantistica, la sistemazione dei percorsi e delle aree esterne dell’antico immobile. Palermo attendeva la trasmissione dell’adeguata documentazione da parte della Soprintendenza ai beni culturali di Ragusa con riferimento alla riclassificazione del Piano assetto idrogeologico che declassificava la collina Croce da R4 a R2 per la tipologia del rischio. La riclassificazione era prevista nei compiti del Comune di Scicli e, tra l’altro, avrebbe permesso di realizzare l’ascensore di collegamento tra la sommità della collina e il centro storico cittadino a impatto ambientale zero. Senza la suddetta riclassificazione, che avrebbe consentito i lavori previsti nel finanziamento, non può essere disposta alcuna erogazione di fondi da parte della Regione. Anzi, con ddg 1525 dell’assessorato regionale ai Beni culturali e dell’identità siciliana la revoca è stata ufficialmente formalizzata, nonostante i numerosi solleciti inoltrati all’ente comunale. Nulla, però, è pervenuto a Palermo rispetto alle richieste concretizzate. “Esprimo un grande rammarico – sottolinea l’on. Ragusa – avevamo fatto sì che potessero essere destinati dei fondi consistenti per l’ex convento e non siamo stati in grado di spenderli. Una occasione speciale è andata in fumo. Ce ne saranno delle altre? Non lo sappiamo. Al momento possiamo solo recriminare per una revoca che taglia le gambe alle opportunità di rilancio di questo territorio. Scicli non merita tutto questo”.

Immediata la replica dell’amministrazione:

“Il paradosso del progetto.

Il Comune di Scicli non è titolare di alcun progetto di ascensore per collegare il quartiere San Bartolomeo all’ex convento della Croce.

E il motivo è semplice.

E’ la Regione Siciliana titolare del progetto. Eppure, è accaduto, ed è agli atti, che la Regione abbia chiesto al Comune copia del progetto di ascensore!

E’ una storia pirandelliana quella del finanziamento di un’opera pubblica che, stando alla legge, non poteva neanche essere ipotizzata in nuce. Mancavano infatti i requisiti minimi di fattibilità tecnico-geologica.

In conferenza di servizio fu obiettato all’ente regionale proponente che mancavano i presupposti basilari perché l’opera pubblica venisse anche solo immaginata. Eppure, con pervicacia ostinata, per mesi è stata alimentata l’aspettativa di un ascensore.

Il 2 aprile 2019 l’Assessorato Territorio e Ambiente ha scritto al Comune di Scicli chiedendo testualmente “documentazione relativa all’ubicazione e alla tipologia delle opere previste dal progetto al fine delle necessarie verifiche da parte dello scrivente servizio sulla compatibilità con le opere di difesa realizzate”.

In pratica la Regione dice al Comune che anche quando fosse stata fatta la declassificazione del rischio, l’opera che altri uffici regionali avevano in animo di progettare, sarebbe stata con ogni probabilità incompatibile coi luoghi!

L’amministrazione comunale di Scicli ribadisce la volontà di fissare un confronto pubblico con la Sovrintendenza e con tutti i soggetti politici che a vanvera parlano in queste ore, per una operazione verità”.

 

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