Resta in carcere il presunto mandante dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Voleva fuggire in yacht a Marina di Ragusa

Yorgen Fenech, il tycoon maltese arrestato a novembre 2019 con l’accusa di essere il mandante dell’assassinio di Daphne Caruana Galizia e da allora in detenzione preventiva nel penitenziario Corradino, deve restare in carcere. Il Tribunale della Valletta ha nuovamente respinto la richiesta di liberta’ su cauzione presentata dai legali dell’erede dell’impero Tumas Group (casino’ fisici e online, alberghi, ristoranti, edilizia, assicurazioni, finanza) che avevano presentato anche una eccezione di costituzionalita’ sulla durata dei tempi di detenzione preventiva. Eccezione respinta dalla presidente della Corte, Rachel Montebello.

“Il rischio di inquinamento delle prove e’ significativo” ha detto la magistrata che, leggendo il dispositivo, ha sottolineato come Fenech “ha tentato di inquinare le prove anche prima della sua incriminazione”. Montebello ha ricordato che “altre persone sono sotto inchiesta” ed ha citato l’ex capo di gabinetto Keith Schembri, la guardia del corpo Kenneth Camilleri ed il socio di Fenech Johann Cremona.

La giudice ha poi martellato sul fatto che Fenech fu arrestato mentre tentava una fuga minuziosamente preparata a tavolino e tuttora “ha ingenti capitali e numerosi contatti all’estero, contrariamente a quanto sostiene la difesa”. Nel corso del dibattimento il sostituto procuratore Philip Galea Farrugia ha affermato che “nessuno a Malta crede che tutti i responsabili dell’omicidio della giornalista siano stati gia’ presi ed incriminati”.

Galea Farrugia ha anche descritto i preparativi della fuga. Smentendo la difesa che sosteneva che Yorgen non avesse intenzione di sfuggire all’arresto lasciando Malta, l sostituto ha rivelato i messaggi ricevuti da Yorgen da parte dello zio Ray (“Ho parlato con K” e “Vattene ora prima che sia troppo tardi”, tra i tanti altri scritte a poche ore dall’arresto). Il piano, preparato nelle settimane precedenti grazie alle ‘soffiate’ arrivate, prevedeva che Yorgen arrivasse a Marina di Ragusa con lo yacht di famiglia. In Sicilia sarebbe stato raggiunto dal fratello che avrebbe invece viaggiato col traghetto per Pozzallo.

Poi avrebbero dovuto raggiungere Nizza con mezzi di trasporto pubblici e li’ avrebbero incontrato un commerciante di cavalli che avrebbe fornito loro un van per muoversi senza lasciare tracce. Poche ore prima di essere effettivamente arrestato mentre tentava la fuga in yacht, Yorgen aveva tuttavia contattato anche un pilota per cercare di utilizzare un volo privato per lasciare Malta (“Niente pubblicita’, ho molti contanti con me” uno dei messaggi inviati al pilota).

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it