Randagismo, svolta in Sicilia: arrivano nuovi standard per i rifugi e una proposta per premiare i Comuni che prevengono, non solo chi spende

La Sicilia compie un passo decisivo nella lotta al randagismo. Con la pubblicazione dei decreti attuativi della Legge Regionale 15/2022, entrano in vigore nuovi standard igienico-sanitari e strutturali per rifugi, micro-canili e case famiglia per cani. Una riforma che mira a migliorare concretamente le condizioni di vita degli animali e a rendere più efficiente e trasparente la gestione dell’accoglienza.

Le nuove disposizioni introducono una chiara distinzione tra le diverse tipologie di strutture:

  • Case famiglia per cani, che potranno ospitare fino a dieci animali, con l’obiettivo del recupero comportamentale e dell’adozione;
  • Micro-canili, dedicati a un numero limitato di ospiti, tra 11 e 20, con priorità alla socializzazione e al benessere psicofisico;
  • Rifugi sanitari e di ricovero, che dovranno rispettare requisiti rigidi in materia di igiene, sicurezza, spazi e servizi.

Ogni struttura dovrà ottenere l’autorizzazione dell’ASP competente, con sopralluogo veterinario entro 30 giorni dalla richiesta. Le strutture già esistenti avranno cinque anni per adeguarsi ai nuovi standard e dodici mesi per presentare un piano di adeguamento.

L’iniziativa è accompagnata da un importante sostegno economico: un decreto assessoriale da 5 milioni di euro destinato ai Comuni siciliani per coprire le spese di gestione e ricovero dei cani nelle strutture convenzionate. Tra i Comuni più beneficiari: Catania, Melilli, Modica e Siracusa, mentre nella provincia di Ragusa arriveranno complessivamente oltre 620 mila euro, come comunicato dall’on. Ignazio Abbate.

Ma proprio da Ragusa arriva la proposta di imprimere una svolta al sistema di finanziamento.
L’assessore comunale alla Tutela Animali Andrea Distefano ha annunciato l’intenzione di presentare un nuovo modello di riparto dei fondi regionali:

“Oggi serve un cambio di passo — spiega — non basta rimborsare le spese sostenute, bisogna premiare chi realizza azioni concrete di prevenzione. Il modello attuale rischia di favorire chi mantiene il problema, non chi lo risolve. Bisogna invece incentivare sterilizzazioni, microchippature, adozioni e campagne di sensibilizzazione”.

La proposta prevede un sistema a doppia quota: una quota ordinaria del 50% destinata a tutti i Comuni per la gestione di base e una quota vincolata del 50% riservata a chi dimostri risultati concreti nella riduzione del randagismo, con un incremento annuo del 30% nelle attività preventive e almeno il 10% delle risorse destinate alla sterilizzazione felina.

Un modello che trova il pieno sostegno della LAV Ragusa, la quale si appella alle istituzioni affinché la riforma venga inserita nella prossima Legge Finanziaria Regionale.

“I fondi devono premiare la prevenzione, non la permanenza dei cani nei rifugi — afferma Resi Iurato, responsabile della sede LAV di Ragusa —. Investire in sterilizzazioni, microchippature e adozioni significa benessere animale e risparmio per la collettività. È tempo di un modello virtuoso e finalmente efficace per la Sicilia”.

L’approvazione dei nuovi decreti e il dibattito sul futuro dei fondi regionali segnano, così, un momento chiave per la tutela degli animali in Sicilia, che punta a diventare un modello di riferimento nazionale nella gestione etica e sostenibile del randagismo.

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