QUALE FUTURO PER LA LEGGE SU IBLA?

E’ l’interrogativo che si pone Paolo Ucchino, già consigliere comunale e componente della commissione per il risanamento dei centri storici, sul futuro del “prezioso” strumento legislativo che ha fatto “grande” la Città di Ragusa ed ha contribuito in maniera decisiva alla rinascita dei due centri storici.
Alla luce dei più recenti provvedimenti della Regione Siciliana in materia di bilancio, vedi le disposizioni della Legge Regionale n. 5 del 28 gennaio 2014, la legge di stabilità regionale per l’anno 2014, appare sempre più incerto il rifinanziamento della legge su Ibla, perchè ancorato a meccanismi di finanziamento basati sulla compartecipazione al gettito IRPEF dei comuni siciliani e dal Fondo per investimenti degli stessi, ai sensi dell’art. 6 della stessa legge n. 5 e non su interventi specifici, opere pubbliche ed altro, così come nello spirito originario della stessa legge. Agganciare le risorse finanziarie della legge su Ibla a norme che prevedono, essenzialmente, assegnazioni finanziarie a tutti i comuni siciliani, potrebbe determinare una insufficiente disponibilità dei fondi, anche perché nella stessa legge di cui sopra, è stato soppresso il fondo di parte corrente per le autonomie locali con l’abrogazione di tutte le disposizioni di legge che prevedevano riserve a valere sul medesimo fondo. Certamente, questo percorso ha permesso, ancora per l’anno 2014, di avere avuto assegnato il finanziamento da parte della Regione e di questo va dato merito a chi ha trovato questa intelligente soluzione, ma per quanto tempo ancora pensiamo che altri soggetti non tenteranno anch’essi di provare ad attingere a queste risorse, così come è stato fatto per la nostra Città ? Cosa potrebbe accadere per l’anno 2015 ?
E’ necessario, pertanto, prevedere un meccanismo virtuoso e certo che permetta di agganciare le risorse finanziarie alla realizzazione di interventi pubblici e privati che possano continuare a contraddistinguere il risanamento e la definitiva rinascita dei due centri storici della Città di Ragusa, riunificati in unico Centro Storico dal Piano Particolareggiato, recentemente approvato.
E quale migliore occasione potrebbe essere utile a raggiungere questo necessario obiettivo, purtroppo non ancora raggiunto in pieno, se non quella dell’attuazione del piano particolareggiato del centro storico, che rappresenta lo strumento principale per operare nei centri storici e che, finalmente dopo tantissimi anni di attesa, ha visto la sua approvazione, sia pure tra luci ed ombre ?
Per attuare tutto questo, ciascun soggetto interessato, in primo luogo l’Amministrazione Comunale, ha il dovere di porre in essere tutti gli atti necessari per raggiungere il risultato ambizioso di offrire un sito unico, pronto, anche, ad attrarre investimenti pubblici e privati in grado di produrre ricchezza e soprattutto, cultura e turismo.
E’ opportuno, a tal fine, potenziare immediatamente l’Ufficio Tecnico Operativo con le figure che mancano, rispetto a quelle previste dall’art. 13 della stessa legge su Ibla, definire in tempi brevissimi il piano particolareggiato del Centro Storico con le norme tecniche di attuazione, creando, contestualmente, un percorso di ricerca di altre fonti di finanziamento, mettendo assieme un’equipe di veri professionisti che “vada a caccia” anche dei finanziamenti comunitari che saranno introdotti con la programmazione 2014/2020, proprio perché le risorse regionali e nazionali sarebbero del tutto insufficienti a garantire interventi considerevoli e spalmati nel tempo.
E’ indispensabile, in questo particolare momento, che tutti i soggetti istituzionali, a qualsiasi livello e senza difendere solo il proprio territorio, in un contesto globale come quello in cui ci troviamo, ma difendendo il magnifico patrimonio ereditato e divenuto patrimonio mondiale dell’umanità, assieme ai cittadini ragusani, si mobilitino per rendere il Centro Storico, così come definito dalla Legge n. 61/81, una opportunità di reale crescita e di ricchezza non solo, per Ragusa, ma per tutta la Sicilia, approfittando anche delle grosse potenzialità turistiche legate all’apertura dell’aeroporto di Comiso. Occorre, pertanto, creare un circuito virtuoso che veda al centro dello sviluppo i siti patrimonio dell’UNESCO, il porto di Marina di Ragusa ed il porto di Pozzallo e l’aeroporto di Comiso al fine di dare concrete opportunità lavorative ai nostri giovani che, allo stato attuale, sono costretti a trovare all’estero opportunità che il nostro territorio non riesce a dare. E’ nostro dovere, come cittadini e come classe veramente dirigente lavorare concretamente per raggiungere questo obiettivo e dimostrare una volontà politica che voli alta ed al di sopra delle parti.

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