Panino killer: ragazza 21enne muore dopo uno shock allergico

Una vacanza in Italia si è trasformata in tragedia. Una studentessa statunitense di 21 anni è morta mercoledì pomeriggio dopo aver mangiato un panino in un ristorante vegano nel quartiere Casilino a Roma. La giovane, in città per motivi di studio, era allergica agli anacardi, ingrediente che sarebbe stato presente nel panino da lei ordinato. Una leggerezza, forse un malinteso, che è costato la vita.

La tragedia si è consumata in pochi minuti. La ragazza ha iniziato a sentirsi male mentre era ancora nel locale. È riuscita a tornare nel suo alloggio, dove viveva con altri studenti americani. I coinquilini hanno tentato di aiutarla somministrandole del cortisone, ma la situazione è precipitata rapidamente. Quando sono arrivati i soccorsi del 118, nonostante gli sforzi dei sanitari, per la 21enne non c’era più nulla da fare.

Sul caso è stata aperta un’inchiesta. Al vaglio degli inquirenti c’è la possibilità che un’incomprensione linguistica tra la giovane e il personale del ristorante abbia portato al tragico errore. Secondo le prime ricostruzioni, l’allergene non sarebbe stato segnalato chiaramente nel menu o potrebbe non essere stato compreso nel momento dell’ordinazione.

La vicenda ricorda tristemente un altro caso analogo avvenuto nell’ottobre 2024, quando una ragazza britannica di 14 anni perse la vita per uno shock anafilattico causato da tracce di arachidi in una pizzeria romana. Due tragedie che accendono ancora una volta i riflettori su un tema troppo spesso sottovalutato: quello delle allergie alimentari e della sicurezza nella ristorazione.

Secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ogni anno in Italia si registrano circa 40 decessi per shock anafilattico. “Parliamo di una reazione rapida e violenta del sistema immunitario – spiega – che può portare alla morte in pochi minuti se non trattata in tempo. Per chi è allergico, anche una minuscola traccia può essere letale”.

Dal 2014, i ristoratori sono obbligati per legge a segnalare la presenza di allergeni nei piatti serviti. Ma, come sottolineano gli esperti, la normativa viene spesso applicata in modo superficiale o non compresa fino in fondo, specialmente quando si lavora con clienti stranieri o con menù poco chiari.

Il caso della studentessa americana finisce così non solo nelle cronache, ma anche nei dossier della sicurezza alimentare. Oltre al dolore per una giovane vita spezzata, resta l’amara consapevolezza che tragedie come questa si potrebbero evitare, con più attenzione, più formazione e più responsabilità. foto di repertorio

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it