LA POLIZIA DI STATO DENUNCIA TRE ROMENI PER RICETTAZIONE

Intorno alle 11.40 di ieri, il legale rappresentante di una nota gioielleria sita in via Roma, a Ragusa, segnalava all’utenza 113 che poco prima tre persone, due uomini e una donna, di probabili origini rumene facevano ingresso nel proprio negozio al fine di vendere svariati monili in oro: insospettitasi per la provenienza degli oggetti e anche dal modo di fare ambiguo dei tre, la titolare del negozio rifiutava di comprare l’oro e li invitava ad andar via, ma subito dopo segnalava alla Polizia di Stato quanto accaduto, fornendo una descrizione dei tre.

Immediatamente inviata una Squadra Volante nei pressi del sito indicato, effettivamente gli operatori della pattuglia intervenuta intercettavano subito due uomini romeni – corrispondenti alle sembianze poco prima descritte – mentre poco distante, nella locale via T. Lena, una pattuglia della locale Squadra Mobile intervenuta in ausilio fermava una donna romena corrispondente alla descrizione data.

Sebbene i tre cercassero di sviare le indagini condotte nelle immediatezze, riferendo peraltro di non conoscersi fra loro e fornendo versioni contraddittorie ed incongruenti per giustificare la loro presenza in quel luogo, i poliziotti intervenuti potevano in realtà appurare senza alcun dubbio che i tre si fossero recati a Ragusa, dalla loro residenza di Comiso, proprio al fine di disfarsi dei monili in oro di evidente provenienza furtiva.

In effetti, dopo il rifiuto del primo negozio/gioielleria di acquistare oro usato, presso un vicino negozio di compro/oro sito in via T. Lena, la donna – successivamente identificata per G.V.V. 47enne romena, con svariati precedenti per reati contro il patrimonio – riusciva a vendere alcuni gioielli in oro ricavandone la somma di euro 650.00 in contanti, operazione questa regolarmente registrata dalla titolare del compro/oro..

Condotti i tre presso gli Uffici della Questura, venivano sottoposti a perquisizione e rilievi foto-dattiloscopici: a carico di B.I. romeno del 1982 risultavano altresì svariati precedenti per reati contro il patrimonio oltre che per  resistenza a pubblico ufficiale, per i quali era stato tratto in arresto in precedenza da questo Ufficio.

Incensurato risultava invece S.V.P. 19enne residente nel comisano.

La perquisizione personale condotta sulla donna dava esito positivo: infatti, addosso alla medesima, occultati all’interno della borsa, veniva trovata (oltre alla somma di euro 650,00 provento della vendita a favore di compro/oro) anche la somma di euro 205,00 in contanti, considerata presumibile ricavo di altre vendite, e svariati altri monili in oro.

Sempre all’interno della borsa veniva altresì rinvenuta una tessera sanitaria a nome di una donna 54enne residente a Scoglitti, denunciata come rubata pochi giorni addietro, che presentava sul fronte i dati anagrafici visibilmente abrasi e pressocchè illeggibili, nel tentativo da parte di G.V.V. di giovarsene per scopi illeciti: circa il possesso dei monili in oro e della citata tessera sanitaria, la romena non forniva alcuna spiegazione plausibile, ma anzi contraddittorie ed incongruenti, oltre che non veritiere, risultavano essere le dichiarazioni fornite dai tre sentiti separatamente dagli uomini dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.

Una volta giunto in Ufficio, il B.I. – alla presenza dei poliziotti che stavano accingendosi ad effettuare perquisizione personale – dava in escandescenze per opporsi alla esecuzione dell’atto di polizia giudiziaria, aggredendoli verbalmente e minacciandoli, e cercando di compiere gesti di autolesionismo, comportamento questo cui il romeno risultava avvezzo e per il quale era già stato denunciato ai sensi dell’art. 337 cp.

Ultimate le rituali procedure, i tre venivano denunciati per ricettazione in concorso fra loro: sono ancora in corso indagini volte ad appurare la paternità dei monili in oro, le cui foto risultano pubblicate sulla pagina www.poliziadistato.it, sotto la voce: oggetti rubati.

La donna veniva altresì deferita alla Autorità Giudiziaria per alterazione di documenti, ai sensi dell’art. 482 codice penale, mentre il pregiudicato romeno B.I. veniva inoltre denunciato in stato di libertà per resistenza a pubblico ufficiale, ex art. 337 codice penale.

Sono adesso in corso le procedure per l’applicazione del Foglio di Via Obbligatorio da parte del Questore di Ragusa con divieto di ritorno nel Comune di Ragusa e sue frazioni, considerata la residenza anagrafica dei tre sul territorio di Comiso.

Ancora una volta, come nella fattispecie, preziosa e determinante è stata la collaborazione da parte dei cittadini: la tempestiva segnalazione giunta al 113 circa il sospetto e l’ambiguità del modus operandi dei tre soggetti ha dato modo alla Polizia di intervenire con tempestività ed in maniera risolutiva.

La collaborazione, la partecipazione e la presenza effettiva della collettività contribuisce alla efficacia dell’azione degli operatori di Polizia, in una parola rende concreti gli sforzi degli uomini della Polizia di Stato nell’ottica di una società responsabile, moderna ed integrata.

 

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