LA GUARDIA DI FINANZA SCOPRE BANCAROTTA FRAUDOLENTA

L’amministratore ed il socio di una società di Comiso operante nel settore del commercio al dettaglio di articoli di gioielleria e di argenteria, dovranno rispondere di bancarotta fraudolenta, in violazione all’art. 216 della Legge Fallimentare del 16 marzo 1942 e, per questo sono stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Ragusa. Le indagini della Guardia di Finanza, iniziate a seguito del fallimento di una rinomata gioielleria di Comiso, hanno consentito, dopo una specifica e complessa attività di accertare una grave distrazione del monte merci societario, costituito in gran parte da gioielli, orologi, collane, bracciali e quant’altro, per un importo complessivo di oltre 350 mila euro. Infatti la legge di riferimento prevede, che l’imprenditore, prima e durante la procedura fallimentare non possa alienare o trasferire i beni a qualunque titolo a terzi, ma deve preservare tutto il proprio patrimonio per garantire la parità di trattamento fra tutti i creditori. Il socio e l’amministratore, sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria perché è emerso, grazie all’analisi dei Finanzieri di Vittoria che avevano prelevato la merce dal negozio prima che il curatore fallimentare procedesse all’inventario.

La Guardia di Finanza  monitora e analizza costantemente tutti i fallimenti che si verificano in provincia per accertare la presenza di eventuali reati fallimentari, tra questi il reato di bancarotta fraudolenta è il più pericoloso per il corretto svolgersi del circuito economico.

(s.v.)

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it