LA FILCA CISL BACCHETTA GLI ENTI PUBBLICI PER I LAVORI CHE STENTANO A PARTIRE

La notizia del completamento dell’istruttoria nella sottocommissione del Ministero dell’Ambiente e quindi il fatto che la Rosolini – Modica nel breve volgere di qualche mese potrebbe andare finalmente in gara, non può che essere salutata favorevolmente dalla scrivente segreteria, che in questi giorni stava valutando gli sviluppi del settore per i prossimi mesi. L’ autostrada Rosolini – Modica rappresenta una boccata d’ossigeno per il comparto delle costruzioni territoriale (edilizia,cemento,calcestruzzo) che ha non poche difficoltà a galleggiare, considerando anche che i Contratti di Quartiere di Modica, l’autoporto di Vittoria e la circonvallazione di Scicli stentano a partire.

L’analisi sugli importi delle gare nel corso dei primi 9 mesi del 2010 ci consegna un importo complessivo di € 18.372.598,88 aggiudicati con un saldo negativo del 21,24% rispetto ai primi 9 mesi del 2009, continuando una serie negativa iniziata nel 2008 che registrava già un – 88,00% rispetto allo stesso periodo del 2007. Le difficoltà occupazionali, o meglio la rarità di nuovi cantieri che aprono e la conseguente seria difficoltà di rioccuparsi una volta espulsi dal ciclo produttivo, la scomparsa di alcune importanti aziende edili, o il loro importante ridimensionamento, stanno portando ad un aumento esponenziale del ricorso al lavoro nero, al lavoro a giornata, alla impossibilità di ricollocazione dei lavoratori non italiani, se non a condizioni poco dignitose. Ma si può affidare la ripresa di un settore ad una sola grande infrastruttura? Questa nostra provincia, che è sempre stata punta di eccellenza in ogni settore, può arrovellarsi e rincorrere soluzioni a 2 strumenti quali il Parco degli Iblei ed il Piano Paesistico, senza piuttosto darsi un progetto complessivo di sviluppo attorno ad alcune infrastrutture strategiche per poter competere come territorio in un’economia ed in una produzione sempre più globalizzata che dovrebbe vederci quale naturale piattaforma sul mediterraneo?

In occasione della progettazione dei vari impieghi dei fondi provenienti dalla vendita dell’Insicem ci era parso intravedere un disegno complessivo proposto dalla Provincia e condiviso da tutti i soggetti (comuni, associazioni datoriali, sindacali, esperti di programmazione territoriale) ma che però non continua ad essere sostenuto come in quell’occasione, ossia non ci pare che ci sia una diffusa consapevolezza della necessità di partire da lì, continuando a rappresentare attraverso la rete di interessi di parte, l’unica esigenza di questo territorio: quella di rendere appetibile la nostra provincia per gli imprenditori locali e gli investitori  stranieri e poter così creare nuove opportunità di impresa e di lavoro. Vorremmo essere più espliciti: si può ipotizzare un aeroporto moderno come quello di Comiso senza un collegamento ferroviario veloce che lo colleghi a Catania? si può ipotizzare lo sviluppo del porto di Pozzallo senza che lo stesso non sia collegato almeno a Siracusa con un binario? Si può costruire un autoporto a Vittoria senza pensare che lo stesso debba essere interconnesso con le altre basi logistiche della provincia e della regione? possiamo permetterci di perdere il finanziamento dell’ampliamento e della messa in sicurezza del porto di Pozzallo?

Noi crediamo che, partendo da quanto il parteniarato socio-politico negli scorsi anni ha messo in piedi, debba riprendersi questo ruolo di proposta e di forte richiesta innanzitutto al governo regionale affinché nel rinegoziare l’APQ delle ferrovie ponga come questione indifferibile la necessità di investire sul nostro territorio, mentre per quanto riguarda il potenziamento del porto commerciale di Pozzallo così come per il II° stralcio dell’autoporto di Vittoria che gli stessi diventino priorità del governo stesso e si proceda ad esperire ogni fase progettuale e di individuazione dei finanziamenti. Noi crediamo che se tutte le varie rappresentanze faranno sintesi attorno ad un’idea comune e se la sosterranno “fisicamente”, si potrà scongiurare la nostra forte preoccupazione di ritrovarsi con alcune importanti infrastrutture complete che però tra di loro non sono interconnesse e pertanto poco utili allo sviluppo della nostra economia. (g.d.)

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