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“La donna che si sdraiò davanti ai blindati”: Maria Occhipinti, la ragusana che sfidò l’esercito
24 Apr 2025 12:23
Maria Occhipinti torna a far sentire la sua voce. E lo fa a teatro, in uno spazio intimo e resistente come il Teatro Atlante di Palermo, dove sabato 27 aprile, alle 21, andrà in scena uno spettacolo dedicato a una delle figure più straordinarie e dimenticate della storia siciliana.
Occhipinti, nata a Ragusa nel 1921, fu protagonista di un gesto che ancora oggi colpisce per la sua potenza: nel gennaio del 1945, incinta di cinque mesi, si sdraiò davanti a un camion militare per impedire che i giovani della sua città venissero arruolati a forza. Un atto di disobbedienza civile che segnò per sempre la sua vita e la rese simbolo del pacifismo e della lotta per i diritti delle donne, anche se la storiografia ufficiale l’ha spesso lasciata ai margini.
Lo spettacolo in programma al Teatro Atlante è un viaggio teatrale e umano dentro quella storia. Un’occasione per riportare alla luce la memoria di una donna che ha avuto il coraggio di dire no, in un’epoca in cui dire no significava rischiare tutto. La sua voce, la sua rabbia, la sua solitudine, ma anche la sua straordinaria forza interiore, prenderanno corpo sul palco grazie a una narrazione intensa e coinvolgente, capace di parlare anche all’oggi.
Non si tratta solo di uno spettacolo, ma di un atto politico e culturale. Perché raccontare Maria Occhipinti oggi vuol dire riaprire il dibattito sul diritto all’obiezione di coscienza, sull’autodeterminazione femminile e sul coraggio di ribellarsi quando la giustizia viene calpestata.
Il Teatro Atlante, con il suo cartellone sempre attento alla memoria e all’attualità, conferma così il suo ruolo di presidio culturale nel cuore di Palermo. I biglietti costano 10 euro e si possono acquistare sul sito ufficiale del teatro oppure direttamente al botteghino, a partire da due ore prima dello spettacolo.
Maria Occhipinti non è un personaggio di fantasia. È una donna vera, della nostra terra, che ha fatto la storia. E la sua storia merita di essere raccontata. E ascoltata. Ancora.

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