LA CRISI NON FERMA I TRENTENNI CHE FESTEGGIANO L’ADDIO AL CELIBATO E AL NUBILATO

Trattiamo un tema di quelli che a noi non piacciano particolarmente, per il semplice motivo che sovente si trasformano, e ci vuole pochissimo, da fatto di cronaca a semplice (e altrettanto sovente dannoso) pettegolezzo. Utilizzeremo gli opportuni strumenti forniti da un più che trentennale mestiere. Ovviamente non faremo nomi, e riguardo alle località diremo solo che il fatto è accaduto nella Provincia di Ragusa. Fatto che si inserisce nella recente moda di festeggiare l’addio al celibato e al nubilato per i giovani che convolano a nozze. Lo si è sempre fatto. Specie la festa di addio al celibato. Un tempo, però, era solo una cena con gli amici più intimi qualche sera prima del fatidico giorno. Poi la cena, e siamo a venti anni fa, venne arricchita con varianti, la più “ricercata” delle quali era la presenza della spogliarellista raffinata che mostrava un corpo perfetto possibilmente spuntando da una torta (e quante volte la scena è stata ripresa al cinema). Il tutto, appare evidente, era abitudine diffusa nei ceti alti della nostra iblea società. E siccome dieci anni fa il benessere si era diffuso anche tra le altri classi, quelle subalterne, le feste con le ragazze a pagamento erano fatto comune anche in locali non proprio raffinatissimi.

Solo dopo, ed è fatto che risale a un lustro o poco più, la moda ha imposto anche la festa di addio al nubilato. E per non essere da meno, le ragazze si sono subito organizzate con le feste a base di cibo, alcol e ragazzoni che – a pagamento – si spogliano mostrando bicipiti da mezzo metro di diametro e addominali “more testudo”.

Ho sentito di comitive che per festeggiare in maniera degna l’addio al celibato dell’amico di turno prossimo all’altare (dove si giurerà fedeltà e rispetto eterni, è il caso ricordarlo) hanno organizzato viaggi di tre o quattro giorni in mete sempre più esotiche e lontane (e costose). E feste, e alcol, e ragazze, e soldi (quanti quelli del papà ricco imprenditore?). Nulla di male, per carità, ci mancherebbe. Anzi, è pur sempre economia che si mette positivamente in moto. È il virtuoso ciclo del denaro che se guadagnato, e si spera onestamente, deve poi essere speso (su questo principio si fonda la nostra attuale società capitalistica e consumistica, per quanto in evidente difficoltà, anzi vera e propria crisi). E non sono da meno le ragazze, quelle intorno ai trentanni, all’apice della loro bellezza, coi capelli lisci e lunghi (ma chi ha brevettato la piastra quanti soldi avrà guadagnato?), occhialini da sole di otto pollici, a tracolla borse grandi quanto un furgone e l’i-phone perennemente operativo in mano. Anche per loro: feste, alcol, soldi.

E solo che nella festa di addio al nubilato spesso si esagera. E al californiadream abbronzato si chiede di andare oltre il tanga leopardato. Nulla di male, anche in questo caso. Una ragazza single, che approfitta dell’occasione, e dell’atmosfera della festa dell’amica prossima alle nozze, per farsi una bella scopata con un fusto non scandalizza nessuno (al limite suscita invidia all’amica non altrettanto sfrontata che pure sente i bollori dell’eccitazione). E questo avrà pensato quella ragazza, ripetiamo: una iblea, che di recente ha dovuto ricorrere alla pillola del giorno dopo. Il giorno dopo la festa di addio al nubilato. Qual’è il problema? Nessuno, ripetiamo, nessuno. Se non fosse che nel caso specifico la ragazza rimasta incinta era non una invitata alla festa. Esatto, avete capito: era la festeggiata. Speriamo solo che il promesso sposo non lo abbia mai saputo. Non sarebbe un buon viatico per la nuova coppia con tanto di benedizione cattolica e fastosa cena con parenti e amici nella sala trattenimenti. E la mamma con le lacrime agli occhi.

Hicsuntleones

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