INQUINAMENTO FALDE ACQUIFERE IN SICILIA: ATTRAVERSO IL PROGETTO “MORISO” E’ STATA CREATA UNA RETE DI CONTROLLO DELLA QUALITA’ ACQUA

 RAGUSA – Sonde che trasmettono via radio a potenti server informatici, inserite all’interno dei pozzi d’acqua daranno l’allarme rispetto a potenziali segnali di inquinamento delle falde acquifere sotterranee. La sperimentazione ha perfettamente funzionato e presto si potrà contare sul potenziamento della rete per poter fornire agli enti preposti tutti gli elementi utili per interventi tempestivi e di salvaguardia ambientale. Questi risultati sono stati raggiunti attraverso il progetto “Moriso”, avviato dalla Regione, dall’Università di Catania, dall’Arpa di Ragusa e dalla Malta Resources Authority – Water Services Corporation. Una vera e propria azione di cooperazione internazionale tra Sicilia e Malta, grazie al finanziamento del Programma Operativo Italia – Malta 2007-2013, che ha permesso di avviare il monitoraggio delle risorse idriche sotterranee e gli interventi per il controllo dell’intrusione marina e per la riduzione dell’inquinamento da attività agricole. Stamani alla Provincia regionale di Ragusa, ente che ha collaborato all’iniziativa, si è svolto l’evento finale con la presentazione dei report contenenti tutti i dati raccolti. Un lavoro meticoloso, come ha ricordato il prof. Salvatore Barbagallo dell’Università di Catania che si è occupato del coordinamento del progetto “Moriso”: “E’ stata una cooperazione internazionale molto importante che si è sviluppata su vari temi di ricerca portati avanti come Università di Catania e Csei, Centro Studi di Ingegneria Applicata, guardando al controllo delle acque sotterranee. Un fattore di grande rilevanza per le due isole che hanno molti aspetti in comune. In provincia di Ragusa abbiamo potenziato la rete di monitoraggio già gestita dalla Provincia attraverso la creazione di pozzi spia e con l’inserimento di una serie di strumentazioni per il controllo della qualità dell’acqua. Attraverso la gestione sistematica di questa rete si è in grado di controllare, guardando alcuni punti strategici sul territorio, la qualità dell’acqua ed eventuali fenomeni di inquinamento da acque reflue sull’altipiano ibleo e di introduzione delle acque marine nelle zone della fascia costiera. La sperimentazione è avvenuta nel tratto di costa tra Donnalucata e Cava D’Aliga. Un lavoro che naturalmente va a beneficio soprattutto della popolazione posto che l’approvvigionamento idrico dipende in misura quasi totale dalle acque sotterrane. A Malta abbiamo realizzato un prototipo per la desalinizzazione delle acque riuscendo a fornire un’alternativa concreta per l’utilizzo del prezioso liquido. Grazie all’importante partenariato si è riusciti a realizzare un proficuo scambio di esperienze e conoscenze tra i due Paesi, uno degli obiettivi principali del programma Italia – Malta”. Ad illustrare gli aspetti operativi del progetto è stata l’ing. Feliciana Licciardello dell’Università di Catania che non ha mancato di lanciare un allarme: “La caratterizzazione dei corpi idrici ricadenti nella provincia di Ragusa condotta nell’ambito del progetto “Moriso” ha confermato il gravissimo depauperamento qualitativo e quantitativo delle risorse idriche sotterrane. In particolare l’azione di monitoraggio condotta lungo la fascia costiera e in parte dell’altipiano ha confermato che le attività agricole di tipo intensivo hanno seriamente compromesso la disponibilità di risorse idriche superficiali e sotterranee. Operativamente, nell’ambito del progetto, abbiamo attivato dei pozzi spia inserendo sofisticate sonde ed apparecchiature di rilevamento che sono state collegate tra loro in rete”. Tramite il progetto si è riusciti a ricostruire la struttura idrogeologica di alcuni acquiferi costieri. I rappresentanti dell’isola dei Cavalieri hanno guardato con grande interesse al progetto “Moriso” come confermato stamani dal dott. Joseph Montebello, capo di gabinetto del Ministero per l’Energia e per la Conservazione delle Acque di Malta e dall’ing. Manuele Sapiano sempre dello stesso ente. “Certamente a Malta l’approvvigionamento idrico è ancora più problematico rispetto alla Sicilia per i marcati fenomeni di intrusione delle acque marine – hanno spiegato all’unisono sia Montebello che Sapiano – Grazie al progetto “Moriso” e ai positivi risultati raggiunti, si è lavorato per attivare impianti di desalinizzazione dell’acqua prelavata dagli acquiferi superficiali oltre al riutilizzo, per fini irrigui, delle acque reflue opportunamente trattate. Grazie alla cooperazione con la Sicilia sono state definite delle pratiche agronomiche finalizzate al risparmio idrico e alla tutela delle falde”. Una cooperazione salutata positivamente dalla Regione Siciliana rappresentata dal dott. Giuseppe Spartà, dirigente del Settore V Interventi per lo sviluppo agricolo e rurale del Dipartimento Interventi infrastrutturali per l’agricoltura: “Il progetto ha dato la possibilità di mettere insieme le esperienze dei maltesi, soprattutto nel campo della dissalazione, e quelle dei siciliani attraverso le strutture scientifiche come l’Università di Catania e il Csei Catania. Abbiamo monitorato i pozzi e incrociato i dati rilevati. Il progetto ha funzionato bene su una porzione di territorio e dunque non va esclusa in futuro l’espansione a tutta la Sicilia”. L’attività di informazione prosegue oggi pomeriggio e domani mattina con due workshop presso Poggio del Sole Resort per parlare dei sistemi di fitodepurazione per il disinquinamento e il recupero delle acque reflue e dell’impiego delle acque non convenzionali per l’irrigazione. Stamani tra gli interventi anche quelli del commissario della Provincia, Giovanni Scarso e del sindaco di Ragusa, Federico Piccitto. Entrambi i rappresentanti istituzionali hanno manifestato massimo interesse per il progetto e per i risultati raggiunti con la speranza di poter proseguire la sinergia che si è venuta a creare sul territorio anche con gli ordini professionali che hanno patrocinato l’appuntamento di stamani.

 

 

 

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