Incontro tra teologo e imam per celebrare gli 800 anni dell’abbraccio tra San Francesco e il Sultano

La Diocesi di Ragusa, attraverso la Cattedra del Dialogo tra le Culture, ha celebrato l’ottavo centenario dell’incontro tra San Francesco d’Assisi e il Sultano. Lo ha fatto mettendo attorno allo stesso tavolo don Gianni Colzani, docente emerito dell’Università Urbaniana di Roma, e l’imam di Agrigento, Abd al Hady Dispoto, responsabile della Comunità religiosa islamica italiana in Sicilia. Ad alimentare la scintilla degli 800 anni dell’incontro tra Francesco e il Sultano è stato il “Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato il mese scorso ad Abu Dhabi, in Arabia Saudita, da Papa Francesco e dal Grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb.
Dall’incontro, che si è tenuto nel saloncino della parrocchia San Pier Giuliano Eymard, è emersa la necessità l’incontro tra credenti, anche se di religioni diverse, per vivificare tanto l’Oriente quanto l’Occidente. I credenti possono aprire strade, come ha detto don Colzani, per trovare «l’armonia nella diversità». Per Colzani il nemico della fraternità non è chi professa un credo diverso ma «l’individualismo» che si nutre dell’indifferenza verso tutto che attiene alla sfera della persona e della comunità. Il «dovere della fratellanza» è stato anche rilanciato dall’imam Abd al Hady Dispoto che ha ricordato come l’islam «condanni e ripudi con forza gli atti di violenza» e sia da sempre impegnato contro l’estremismo e il radicalismo. E su questo fronte la Comunità religiosa islamica italiana sia impegnata da sempre e ora stia diffondendo con ogni mezzo i contenuti del documento di Abu Dhabi.
L’incontro si è rivelato così una testimonianza di come sia possibile un dialogo che può poi divenire «simbolo dell’abbraccio tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud e tra tutti coloro che – come si legge nel documento sulla fratellanza firmato ad Abu Dhabi – credono che Dio ci abbia creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano».
A introdurre i lavori, moderati da Maria Grazia Licitra, era stato don Salvatore Converso, convinto più che mai della «necessità dell’incontro tra Cristianesimo e Islam» perché «Dio stesso ha permesso l’esistenza di varie religioni». In sala anche il vicario generale, don Roberto Asta, che ha sottolineato l’importanza di «un incontro tra credenti», e gli imam di Comiso, Modica e Scicli.

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