IL VINO CORSO UN PO’ FRANCESE E UN PO’ ITALIANO

Dovuto alla particolare storia della Corsica, il vino corso si allontana abbastanza dai canoni francesi, avvicinandosi allo stile italiano. Prima degli anni Sessanta in Corsica si producevano vini certamente mediocri, ma provenienti da vitigni introdotti dai genovesi. La malvoisie de Corse altro non è che il vermentino, vitigno diffusissimo in Liguria, nella costa toscana e in Sardegna. Inoltre, il vitigno a bacca rossa nielluccio altro non è che il sangiovese toscano. Tenuto conto che questi due vitigni, il vermentino e il sangiovese, sono i più diffusi nell’isola, si capisce come mai il vino corso ricordi più i vini italiani, che quelli francesi. Infatti la regione ha un clima molto diverso dalla Francia è molto soleggiato, molto asciutto e caratterizzato dalla scarsità di piogge nei mesi di luglio e agosto. Certo il territorio, essendo molto montagnoso, presenta una varietà di microclimi e non è quindi possibile ridurre l’analisi climatica in poche parole. Ma certamente è un clima molto diverso da quello francese e i vini, quindi, presentano caratteristiche molto diverse dal continente. Innanzitutto il grado alcolico è nei vini corsi decisamente più alto e ricorda molto i vini mediterranei italiani.

C’è un fattore però che rende riconoscibile nei vini corsi lo stile francese. Quando la Francia perse il controllo dell’Algeria negli anni Sessanta, molti viticoltori francesi si spostarono in Corsica, sebbene l’Algeria non avesse proibito assolutamente la produzione di vino, ma era ovvio che questa sarebbe passata sotto il controllo dello stato. La rappresaglia francese non si fece attendere e rinunciò ad acquistare i vini algerini, decretando il colpo di grazia all’economia vitivinicola algerina. Effettivamente il principale e unico acquirente di vini algerini era la Francia. Perdendo il principale cliente, il vino algerino entrò in una profonda crisi, che determinò anche un abbassamento qualitativo del prodotto. La Francia, per compensare la chiusura di questo mercato, ripiegò sulla Corsica. In circa 10 anni la produzione vitivinicola della Corsica era quadruplicata. Questo aumento di produzione, però, non fu accompagnato da un interesse per la qualità. I vini prodotti erano decisamente mediocri e la qualità del vino corso si era notevolmente abbassata.

Il motivo di questo abbassamento qualitativo è molto semplice. I consumatori francesi richiedevano molto più vino di quanto la Francia potesse produrre. Ecco che in Corsica si procedette all’impianto di nuovi vigneti pensati per produrre ingenti quantità di uva senza badare assolutamente alla qualità prodotta.

Negli anni Novanta, però, le enologia corsa prende un’altra piega. Da Parigi arrivano dei finanziamenti per migliorare le tecniche produttive in cantina e in vigna. A seguito di questa politica, la produzione corsa, a livello di numeri, è scesa notevolmente, ma la qualità è salita altrettanto notevolmente.

Con il notevole abbassamento del consumo di vino in Europa, la sovrapproduzione corsa non era più indispensabile. Ciò ha determinato un notevole calo dell’esportazione verso il continente, sia perché la domanda era scesa, sia perché i nuovi numeri di produzione, molto ridotti rispetto al passato, sono appena sufficienti a coprire la domanda interna dell’isola. Oggi, infatti, il vino corso viene consumato quasi esclusivamente nel proprio territorio di produzione. Solo poche cooperative vendono abitualmente vino fuori dall’isola, ma queste etichette sono decisamente poco interessanti.

Vini interessanti è possibile trovare nella appellation Patrimonio. Qui sono soprattutto i rossi a dare risultati più che soddisfacenti. Il suolo calcareo, unico nell’isola, permette che si producano dei rossi di buona longevità e di buona qualità. Non altrettanto interessanti sono i vini bianchi secchi, ma i vini dolci a base di muscat sono decisamente da provare per chi ama i vini dolci.

I bianchi secchi da vermentino guadagnano interesse, se ci si sposta ancora a  nord nella zona di produzione Cap Corse. Qui vengono prodotti dei vini dalla buona componente aromatica, mediamente minerali e sentori fruttati freschi.

Il resto della produzione corsa, soprattutto il Vin de Pays, è ancora alla ricerca di un’identità e spesso la presenza di vitigni internazionali negli uvaggi rendono i vini, sicuramente più accattivanti e morbidi, ma anche poco riconoscibili come vini corsi.(Giuseppe Manenti)

 

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