Il senatore Giovanni Mauro, segretario della Presidenza del Senato interviene sul “fenomeno” delle aste giudiziarie degli immobili

«Ritengo che il “fenomeno” delle aste giudiziarie degli immobili purtroppo sia diventato un argomento da affrontare con particolare attenzione ed urgenza. È pronto per la presentazione in Parlamento un mio disegno di legge sulle modifiche alle disposizioni in materia di infruttuosità dell’espropriazione forzata».

 

Così il senatore di Forza Italia, Giovanni Mauro, segretario alla Presidenza del Senato, intervenendo stamattina al tavolo di crisi sull’agricoltura e le aste giudiziarie, promosso dal Comune di Vittoria, in provincia di Ragusa.

 

«È aumentato del 25 per cento – afferma Mauro – il numero delle case all’asta in Sicilia negli ultimi sei mesi.  Il 15 per cento in più rispetto alla media nazionale. Il 5 per cento in più rispetto a quella delle regioni del Sud. In termini assoluti, si parla di 3.572 abitazioni. Palermo è la quarta provincia in Italia, con 1.021 case all’asta. Lo rivela il Rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea. Il numero delle case all’asta in Italia è aumentato del 10 per cento in sei mesi: le procedure in corso sono infatti 33.304, a fronte delle 30.215 rilevate a luglio 2016».

 

Il senatore Mauro sostiene che «l’articolo 164-bis delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile, introdotto dal decreto legge 12 settembre 2014, n. 132, convertito con modificazioni dalla legge 10 novembre 2014, n. 162, prevede che quando “non è più possibile conseguire un ragionevole soddisfacimento delle pretese dei creditori, anche tenuto conto dei costi necessari per la prosecuzione della procedura, delle probabilità di liquidazione del bene del presumibile valore di realizzo, è disposta la chiusura anticipata del processo esecutivo”. Durante il procedimento di esecuzione immobiliare può accadere che l’immobile pignorato subisca un ragguardevole deprezzamento del suo valore a causa della mancata vendita nella prima asta disposta dal giudice».

 

Secondo il senatore Mauro, «la giurisprudenza ha chiarito che la sproporzione tra il giusto prezzo e quello offerto, affinché si realizzi la condizione richiesta dalla legge per la sospensione della vendita, non deve necessariamente derivare da interferenze illecite ma può altresì, discendere da fattori fisiologici quali, per l’appunto, da eccessivi ribassi, conseguenza di una serie di aste deserte. Per tutto ciò diversi tribunali hanno fatto proprio tale principio, sancendo che costituirebbe una punizione ingiusta per il debitore proseguire un’azione che si è rivelata infruttuosa. La norma introduce per la prima volta nel nostro ordinamento l’ipotesi di estinzione della procedura esecutiva immobiliare per infruttuosità della vendita. Essa è formulata in maniera piuttosto generica, atteso che dal dettato normativo non sia possibile desumere delle condizioni precise ed univoche in presenza delle quali sia possibile richiedere la chiusura anticipata della procedura esecutiva. Ad esempio, la mancata indicazione del numero minimo di aste deserte, della percentuale minima di valore di realizzo. Ritengo che, in assenza di questa chiarezza normativa e al fine di dare un preciso contenuto alla previsione dell’art. 164-bis, si renda necessario l’intervento del legislatore al fine di disciplinare l’applicazione delle prescrizioni in esso contenute».

Per il senatore Mauro, «l’iniziativa legislativa non risolverà certamente i problemi di numerosi cittadini, ma credo sia doveroso andare incontro alle loro tante difficoltà. Auspico una celere approvazione del disegno di legge».

 

 

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