IL SEN. LUMIA PRESENTA UNA INTERROGAZIONE

In relazione alla vicenda che ha interessato i pescherecci “La Madonnina” di Scoglitti e il “Principessa” di Licata, l’assessore alla Legalità, Piero Gurrieri, ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare da parte del senatore Giuseppe Lumia.

“La vicenda che si è appena conclusa – afferma Gurrieri – al di là di alcuni aspetti controversi sui quali occorre fare immediata chiarezza, ha riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica la situazione di indubbio privilegio di cui gode la Repubblica maltese rispetto alla comunità internazionale ed in particolare agli altri Paesi della Comunità Europea. Malta ha infatti unilateralmente istituito con una propria legge fin dal 1978 una zona esclusiva di pesca fino alla distanza di venticinque miglia nautiche dalla propria terraferma, pretendendo poi – nel momento in cui è entrata a far parte della Comunità, la formalizzazione di una zona di gestione di analoga delimitazione. Tale zona di gestione è stata pertanto dapprima disciplinata dall’art. 1 del regolamento CE n. 813 del 26 aprile 2004 ed attualmente è regolata dall’art. 26 del regolamento CE n. 1967 del 21 dicembre 2006. Si tratta di disposizioni ingiustificate tanto alla luce del principio generale che consente alle imbarcazioni con bandiera di tutti gli altri Paesi comunitari  il libero esercizio della pesca oltre il limite delle dodici miglia nautiche costituito dalle acque territoriali di ciascun Paese, quanto alla luce dei principi comunitari di libertà di impresa e di divieto di disposizioni e di prassi che, espressamente o surrettiziamente, finiscano per determinare una alterazione della concorrenza a beneficio di imprese stabilite in uno dei Paesi comunitari rispetto alle altre, o addirittura evidenti discriminazioni. Circostanze che ricorrono nella fattispecie, tanto più che il limite delle venticinque miglia è estremamente prossimo in alcuni suoi punti a quello delle acque territoriali italiane. Risulta evidente che le disposizioni in questione devono al più presto essere riesaminate e rese quanto più coerenti con i principi di libertà di impresa, di pari opportunità e di non discriminazione che stanno alla base dei processi di integrazione europea. Ciò costituisce peraltro un preciso obbligo delle autorità statali e comunitarie nei confronti di territori, come i nostri, che hanno pagato e stanno ancora pagando prezzi elevati alla causa di integrazione europea, soprattutto in termini di competitività dei propri tradizionali comparti produttivi, dall’agricoltura alla pesca. Occorre quindi che una classe politica attenta e responsabile sappia raccogliere, a partire da questa vicenda, il condivisibile appello che sale dalle marinerie siciliane e, in particolare, della Sicilia sud-orientale, ma anche da numerose associazioni professionali tra le quali, in ultimo, Federcoopesca – Confcooperative, che ha chiesto che, quanto più urgentemente, si riveda almeno l’elenco delle imbarcazioni autorizzate, in modo da poter consentire alle marinerie  un esercizio della propria attività non esposto a pericoli di qualsiasi natura.  Trattandosi di questioni che riguardano la modifica almeno parziale di regolamenti comunitari e quindi di diretta competenza delle autorità centrali, occorre innanzitutto una disponibilità del governo nazionale a porre il problema nelle sedi comunitarie. Per questo, nella giornata di ieri, ho ottenuto l’impegno del senatore Giuseppe Lumia a farsi carico personalmente della questione sia con il deposito di una specifica interrogazione parlamentare, sia con l’apertura di una ampia concertazione con gli imprenditori della pesca e le loro rappresentanze su tali questioni, che peraltro meritano un esame attento anche da parte dell’amministrazione regionale”.

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