IL SEGRETARIO AVOLA SULLA SOPPRESSIONE DEL TRIBUNALE DI MODICA

La notizia, peraltro già insita nella natura del provvedimento del Governo, che il percorso sulla soppressione del Tribunale di Modica non è ancora definitivamente compiuto deve richiamare l’intesa classe dirigente di questa città ad un’ulteriore e profonda riflessione perché si ritrovi, in un clima di rinata passione e fermezza, la coesione necessaria su una linea di azione che condizioni in modo positivo l’esito che invece da più parti viene valutato scontato.

Non mi appello alla storia millenaria di questo Tribunale, tra i più antichi d’Europa e che già nel 1392 vantava i tre gradi di giudizio, ma allo spirito del decreto delegato che atteso il merito e il metodo applicato dal Governo, come da più parti acutamente si sostiene, non dispiega in modo corretto e uniforme i suoi obiettivi.

Ritengo, anche a tutela degli interessi degli operatori della giustizia che lavorano non solo nel Tribunale di Modica ( non intendo immaginare l’impatto sul Tribunale di Ragusa del carico di lavoro di una giurisdizione territoriale enorme tra Caltagirone e Modica), concreta la possibilità di una precarietà e di una incertezza dei tempi di giustizia  resi al cittadino per cui rimango convinto che l’ipotesi, più saggia ed equilibrata, sarebbe la soluzione dei tribunali riuniti come poterebbe essere quello Ragusa – Modica.

In Italia non mancano altre prestigiose ipotesi di questo tipo che rimetterebbe le cose in ordine garantendo non solo efficienza ed economicità dei servizi ma consoliderebbe anche le aspettative di quanti oggi operano nei presidi giudiziari.

Valuto che su questa ipotesi la CGIL di Ragusa è pronta a sostenere una legittima battaglia di giustizia elemento essenziale per assicurare elementari esercizi di democrazia in un territorio che si è mantenuto entro fisiologici livelli di malavita organizzata proprio per la presenza di un presidio giudiziario e su quanto intorno ad esso ruota.

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