IL PERCORSO PER COSTRUIRE LA MOZIONE DI SFIDUCIA AL SINDACO DI RAGUSA BOCCIATO DALL’AULA

“Di una cosa bisogna prendere atto, in maniera nuda e cruda. C’è chi fa opposizione, in maniera sacrosanta e legittima, ma non intende avviare le procedure per costruire un percorso che porti alla sfiducia del sindaco. Mancano i numeri? Allora si cerchino con una battaglia a viso aperto in Consiglio comunale. Perché non si può non prendere atto dello scollamento esistente tra la città, l’elettorato e l’attuale Amministrazione. Tutto il resto, pur se rispettabilissime, sono chiacchiere da bar”. Sono i rappresentanti del Pd di Ragusa, gli stessi che erano in conferenza stampa l’altro giorno, a pronunciarsi in questi termini dopo che, ieri sera, l’Aula ha bocciato l’odg presentato dai consiglieri comunali Mario D’Asta e Mario Chiavola per arrivare alla costruzione del percorso riguardante la mozione di sfiducia. Le opposizioni si sono astenute. La maggioranza ha votato contro. “C’è chi voleva mettere in gioco – continuano – i destini personali e le proprie poltrone come il Pd e c’è chi come il sindaco, non avendo più la maggioranza, non vuole dimettersi mentre le altre opposizioni, non volendo la mozione di sfiducia, dimostrano di non volere giocare la partita delle partite, che ormai è un fatto non più rinviabile. Il Pd è una grande partito e non può dare la sensazione di rimanere saldo alle proprie poltrone per essere corresponsabile della dis-amministrazione grillina, non può essere connivente di questo annichilimento politico. D’altro canto chiedevamo che le liste che hanno preso, nel 2013, tutte insieme, il 91% dei voti, redistribuiti in Consiglio comunale in maniera differente per via della legge elettorale, chiedessero al sindaco di andare a casa. Così non è stato e se la mozione non si presenterà è perché le altre opposizioni hanno deciso di non cogliere questa opportunità. Il sindaco è sfiduciato in città, lo dice il sondaggio sulla Governance poll de “Il Sole 24 ore”, lo dicono le famiglie e il tessuto produttivo piegato da tributi imposti, in maniera irresponsabile, da questa Amministrazione. Non affrontare il tema della mozione di sfiducia significherà assistere ad altri 16 mesi di malgoverno, di una amministrazione che non ha più i numeri, già a cominciare dal prossimo bilancio di previsione. Una amministrazione cotta a fuoco lento e a perdere sarà la città. Noi questo volevamo provare ad evitarlo ed è per questo che volevamo presentare la mozione di sfiducia, cioè quello strumento statutario ed istituzionale per cercare di mandare a casa i grillini. Così non è stato e non è, ma non per colpa del Pd. Noi eravamo pronti a trarre il dado. Ma, anche tra le fila della minoranza, c’è chi non era pronto. Ne prendiamo atto. Un diverso modo di intendere la opposizione, un approccio culturale diverso. Ma, con riferimento ai complottisti della paventata mancanza di unità nelle opposizioni, diciamo a scanso di equivoci: nessuno metta in dubbio questa unità. Il Pd rimarrà fortemente saldo a momenti di unitarietà nell’ambito della opposizione. Da questo momento in poi, riprenderemo, assieme al resto delle opposizioni, a costruire un’alternativa credibile all’attuale Giunta Piccitto. Visto che i consensi per l’esecutivo continuano a scemare”. “A questo punto – continuano i rappresentanti del Pd – non ha senso alcuno presentare la mozione di sfiducia, così come avevamo già annunciato. Nessun fallimento e nessuna sconfitta. Tutt’altro. La mozione, infatti, non è stata presentata. Piuttosto una presa d’atto di determinati percorsi”.

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