I POLIZIOTTI OPERANO SEMPRE NEL RISPETTO DELLE LEGGI

Le dichiarazioni rese su “Il Fatto Quotidiano” del 17 ottobre, secondo le quali la cronista Veronica TOMASSINI rende del C.P.S.A. di Pozzallo l’idea di un “campo di pestaggio”, in cui i poliziotti esercitano violenza fisica sui profughi, in particolar modo su quelli provenienti dalla Siria, appaiono infondate e strumentali ad un principio di pacifismo invocato solo per colpire gratuitamente le Forze dell’Ordine. 

La “ingenua” articolista ha, tra le altre farneticazioni, denunciato l’uso, da parte della Polizia, di sfollagente elettrici dei quali, in verità, se ne sconosce anche la costruzione dato che, in Italia, le Forze di Polizia non hanno e non hanno mai avuto in dotazione simili attrezzature. La pistola “TASER” – cui forse la TOMASSINI si voleva riferire, scambiandola addirittura con un manganello – è l’unica arma elettrica che conosciamo, per essere in uso solo a certi settori dell’impianto di difesa interna americana e di altri Organismi preposti alla sicurezza.

Quello che, invece, va fatto – secondo il Segretario Provinciale Generale Vincenzo Cavallo – è un plauso sentito e solenne a tutti gli uomini in divisa che, in svariate località della Nazione, tra le quali Pozzallo, si trovano ad affrontare, in numero davvero esiguo, un’emergenza di proporzioni straordinariamente impegnativa, pur malpagati, carenti di ogni dotazione personale e di reparto, in strutture di accoglienza inadeguate e fatiscenti.

Se la TOMASSINI è a conoscenza di qualche episodio di violenza verificatosi all’interno del C.P.S.A. di Pozzallo – che grazie all’encomiabile impegno profuso dagli operatori dell’Ente Gestore e dai mediatori culturali è tra i migliori dell’Isola – invece che nascondersi dietro le provocazioni delle sue recensioni, lo denunci all’Autorità Giudiziaria; d’altra parte, il Centro di Pozzallo è dotato di un sistema di videoregistrazione che consente l’estrapolazione di immagini eventualmente documentative di atti delittuosi..

 

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Vale la pena, inoltre, precisare che per quanto riguarda il rilevamento delle impronte digitali e la riluttanza dei migranti alle operazioni di identificazione, le forze dell’ordine, sulla base di una precisa normativa che obbliga tale procedura, non fanno altro che rispettare la Legge eseguendo anche disposizioni dell’Autorità Giudiziaria competente.

L’identificazione dei migranti – prosegue Vincenzo Cavallo – consente di avere contezza di chi entra sul territorio nazionale permettendo così anche di scongiurare, ed eventualmente individuare, la presenza di pericolosissimi terroristi pronti a destabilizzare la democrazia della Nostra Italia e la sicurezza Europea.

Ci piace, in ultimo, ricordare che la Polizia di Stato e tutte le Forze dell’Ordine aborrano ogni forma di violenza, per convinzione e non solo per il ruolo rivestito, pertanto, il registrarsi di azioni coercitive provatamente disconnesse dall’adempimento del dovere, eccedenti la colpa o, ancora peggio, dolose – conclude il poliziotto-sindacalista – sono state, sono e saranno sempre condannate dall’Istituzione che rappresentiamo, nelle sue svariate articolazioni.

Noi tutti spesso siamo esposti a dure critiche ma consapevoli di avere fatto l’impossibile.

 

 

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