GLI AUSPICI INASCOLTATI DI PAPA FRANCESCO

Il papa,leggiamo in un post di Giuseppe Morelli  di Rigenerare la Democrazia, va al nocciolo della questione (da Radio Vaticana): “Qualcosa deve cambiare in noi stessi, nella nostra mentalità, nelle nostre società”. E il Papa chiede: educazione alla solidarietà, spiegando che è una “parola scomoda e messa molto spesso in disparte”. E chiede un cambio di mentalità: il Papa torna a parlare di “cultura dello scarto” e di “globalizzazione dell’indifferenza”. E poi denuncia quella che definisce la “schiavitù del profitto a tutti i costi” che – sottolinea – troviamo non solo nelle relazioni umane, “ma anche nelle dinamiche economico-finanziarie globali”. Per tutti vale riscoprire il valore della solidarietà – raccomanda il Papa – che non si deve ridurre all’assistenza ma deve “rendere le persone economicamente indipendenti”. Papa Francesco chiede inoltre che “diventi atteggiamento di fondo nelle scelte a livello politico, economico e finanziario, nei rapporti tra le persone, tra i popoli e tra le nazioni”. In sostanza significa – spiega il Papa – “mettere al centro sempre la persona e la sua dignità e mai svenderla alla logica del profitto”.

Proprio in questo momento cruciale l’educazione alla solidarietà, in Sicilia tra i popoli,tra le nazioni, è basilare, vista l’emergenza immigrati, dall’infanzia negata ai piccoli migranti di Lampedusa,provenienti dall’Eritrea, da quelli provenienti dalla Siria, sbarcati a Siracusa, ai migranti in cerca di libertà e benessere, che si trovano in condizioni non certamente umane a vivere la loro tragedia personale.

 Ma il discorso va oltre e ingloba l’indifferenza della gente legata al mero profitto.

Menomale che esiste Papa Francesco a ricordare ciò che è importante nella vita, cioè la dignità dell’uomo in un mondo in cui tutto è merce.

 

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