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Giornalismo: l’intelligenza artificiale lo cambia. Confronto tra i giornalisti Ingallina e Mantineo
01 Set 2024 21:49
Come tutte le grandi innovazioni tecniche anche per l’intelligenza artificiale applicata all’informazione è importante e necessario l’uso che se ne fa. L’uomo deve mantenere la centralità e il controllo per i suoi fini.
Aldo Mantineo e Giovanni Gallino (assente per motivi professionali al living di Sampieri) hanno scandagliato il mondo del digitale e della grande innovazione applicata al giornalismo in un testo dal titolo “Ai confini del Mediaverso” settimo appuntamento di “Autori & Libri, conversando a Sampieri”
Aldo Mantineo, giornalista di lungo corso, già capo servizio della “Gazzetta del Sud”, ha conversato con il collega Antonio Ingallina rendendo il confronto di grande interesse per il futuro dell’informazione che non deve e non può abbandonate le coordinate di riferimento del suo modo d’essere.
Accettare, insomma, la nuova sfida non come un rischio o un pericolo ma come opportunità da sfruttare a beneficio del mestiere.
Verifica e certificazione della notizia che deve avere un interesse pubblico e soprattutto non ledere i diritti delle persone.
L’avvento dei social purtroppo ha scardinato il sistema della comunicazione in cui tutti diventano giornalisti senza però avere dentro il dato essenziale del mestiere che presuppone la regola aurea che tutto va visto e accertato prima di essere raccontato.
Ed è la ragione per la quale Aldo Mantineo denuncia la presenza di giornalismi e i pericoli costanti delle fake news che confondono le idee e le azioni della pubblica opinione che non ha strumenti sufficienti per poter discernere il vero dal falso.
Il giornalista non ha più il possesso esclusivo delle notizie e oggi deve barcamenarsi tra reale e virtuale con un’intelligenza artificiale che cerca di sostituire se non di correggere la ragione umana.
Questo è il motivo per il quale il soggetto non deve mai perdere nè il controllo nè la gestione dell’informazione.
Conoscere gli strumenti offerti dalla tecnologia significa, insomma, dominarne i flussi, invece che subirli. La professione giornalistica è ancora destinata a mutare velocemente. A un ritmo che, fino a dieci anni fa, era per molti impensabile.
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