È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
E’ ORA DI SMETTERLA CON LE FALSITA’
06 Ott 2010 20:54
Sul piano paesistico si è detto il tutto il male possibile: che gli agricoltori non avrebbero potuto continuare la loro attività, che non avrebbero potuto costruire i capannoni per la loro azienda e soprattutto che l’economia locale ne avrebbe avuto gran danno: ma quale economia, quali attività produttiva? Nessuno l’ha mai saputo spiegare. Forse perché quasi nessuno ha mai letto il Piano?
Un dubbio che prima era appena percepito ora si sta trasformando in quasi certezza ascoltando le dichiarazioni pubbliche della politica locale e di parte delle categorie produttive: quasi nessuno ha letto il piano e così tutti ripetono la solita litania che qualcuno, il quale vuol mettere le mani sulla campagna ragusana, ha confezionato per tutti.
Nel piano paesistico non c’è nessuna limitazione per l’attività agricola. Le aziende agricole potranno continuare a svolgere la loro attività come prima, con in più una grande semplificazione nelle procedure autorizzative così come previsto dall’art. 48 delle norme tecniche. Infatti per le aree a tutela 1 e 2 si prevede che “Nelle aree individuate quali zone E dagli strumenti urbanistici comunali è consentita la realizzazione di edifici in zona agricola da destinare ad attività a supporto dell’uso agricolo dei fondi nel rispetto del carattere insediativo rurale.” Per le limitazioni imposte alle aree a tutela 3 il piano non introduce novità in quanto erano già presenti prima del piano in base al Testo Unico sui Beni Culturali. Sbaglia quindi il presidente del Consiglio Comunale di Scicli e con lui tanti altri, quando afferma che “Non si può certo pensare di impedire anche alla semplice impresa agricola di poter realizzare un capannone a beneficio della sua attività”. La sua affermazione circa l’impossibilità di poter costruire capannoni agricoli da parte dell’agricoltore, leggendo il piano, risulta palesamente falsa.
Le uniche limitazioni sull’altopiano e nella zona montana, che rappresentano la quasi totalità delle aree tutelate, sono quelle relative al divieto di abbattere i muri a secco di non tagliare i carrubi con circonferenza superiore ai 50 cm, e altre piccole cose che non hanno mai dato fastidio in passato e non lo daranno in futuro.
Gli agricoltori beneficieranno invece della possibilità di fare agriturismo, possibile solo in un paesaggio bello e ben conservato e produrre sui tetti dei loro capannoni energia fotovoltaica ed eolica da piccoli impianti : potranno quindi incrementare il loro reddito.
Con il Piano Paesistico invece, ma solo nelle zone a tutela 2 e 3, in zona agricola non si potranno costruire capannoni industriali e artigianali. Ma questo non è una novità; infatti da diversi anni costruire capannoni industriali e artigianali in zona agricola era vietato, in quanto la deroga all’art 22 L.R. 78/71 non è mai stata applicabile in quasi tutti i comuni della provincia a seguito di un parere del CGA che impedisce la realizzazione di capannoni industriali e artigianali in quei comuni in cui sono presenti aree industriali, aree artigianale e aree del PRG destinate ad attività produttive.
Non si potranno inoltre costruire villette, ma anche questa attività era vietata nel passato, come dimostrato da diverse sentenze del Consiglio di Stato, della Cassazione e di vari TAR, dalle norme urbanistiche e finanche dall’ufficio legale del comune di Ragusa
Non si potranno fare impianti industriali, ma per questi ci sono comunque le aree attrezzate, industriali e artigianali, che in caso di bisogno possono essere ampliate in quanto intorno a quelle attuali non ci sono aree vincolate.
Non si potranno realizzare i grandi impianti fotovoltaici a terra e grandi impianti eolici , ma per l’economia locale non cambia nulla in quanto i comuni non prenderanno più un centesimo di compensazione a seguito dell’entrata in vigore delle Linee Guida Nazionali per gli impianti da fonti rinnovabili e le imprese locali non sono interessate a questo tipo di lavori, quanto piuttosto ai piccoli impianti integrati.
Infine non si potranno più fare varianti urbanistiche, cioè non si potrà più cementificare la campagna. Ed è questo il motivo perché tanti sono contro il piano. Lo hanno sostenuto con chiarezza in dichiarazioni alla stampa il consigliere provinciale Abbate e il segretario nazionale del sindacato ISA Cassia il quale vede nelle “campagne” circostanti il solo ed unico territorio di espansione per l’edilizia e con loro , in modo implicito, tanti altri.
Allora dove sta il danno? A meno di volerlo individuare nell’impossibilità di poter costruire in campagna capannoni, gruppi di villette a schiera con una singola concessione, fabbricati spacciati per attività produttive e poi trasformati in abitazioni. Ma tutto ciò che è avvenuto finora e che purtroppo vediamo in diverse zone della nostra campagna, e che si vorrebbe continuare a fare, è assolutamente illegale.
Il territorio agricolo con il piano paesistico rimane soltanto agli agricoltori i quali potranno sviluppare la loro attività liberamente.
Si è detto anche che non c’è stata concertazione con gli enti locali. Falso!
I comuni sono stati invitati agli incontri di concertazione dalla soprintendenza già nel novembre 2008. Gli incontri si sono susseguiti nel 2009 e infittiti nel giugno di quest’anno. Purtroppo per loro quasi tutti hanno rinunciato deliberatamente a partecipare alla concertazione tranne Vittoria Comiso, Santa Croce e Modica. Addirittura la Provincia Regionale convocata per ben dieci volte si è presentata solo una volta in un incontro tenutosi a Palermo. Anzi ha invitato i comuni a boicottare la soprintendenza nella speranza di portare alle lunghe il piano sperando in qualcosa che lo affossasse. Onestamente il comune di Santa Croce ha ammesso che, non solo la concertazione c’è stata, ma che tutte le proposte del comune sono state accettate. Per gli altri soggetti portatori di interessi, comprese le associazioni ambientaliste, è previsto invece dal Codice Urbani solo la partecipazione che si esplica con le osservazioni e con ricorsi vari.
Quindi vi preghiamo di smetterla con la solita litania della mancata concertazione, del piano calato dall’alto dell’ingessamento del territorio e dei complotti esterni. Sono state dette un mucchio di bugie, in parte sapendo di dirle ed in parte inconsapevolmente per sentito dire.
La crisi economica, il piano paesistico ed anche il futuro parco degli iblei sono un occasione irripetibile per ripensare un nuovo modello di sviluppo non più basato sul cemento ma su una produzione manifatturiera sostenibile, su un’edilizia basata sul riuso e sul risparmio energetico, su un turismo basato sui beni culturali ambientali e paesaggistici, veri giacimenti di ricchezza, e su un’agricoltura di qualità.
Il centro del mondo si è spostato nei nuovi paesi emergenti e noi non possiamo più ragionare come se nulla fosse successo. Non prendere atto dei nuovi scenari economici che si delineano in Europa potrebbe essere fatale e condurci verso un declino irreversibile. (m.a.)
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