DALLA SESSUALITA’ DEI GIOVANI AL MALTRATTAMENTO INFANTILE: IL RUOLO DELLA FAMIGLIA.

Il primo rapporto sessuale completo avviene fra i giovani italiani all’incirca verso i 15 anni, e il modo in cui viene sperimentato orienta, influenza e condiziona la rappresentazione e l’idea che loro si faranno sulla sessualità. In quella fase della loro vita pongono, solitamente,  l’amore al primo posto tra le cose più importanti, seguito subito dalla famiglia. La famiglia è infatti intesa come base sicura, che deve garantire al soggetto in crescita protezione e sicurezza. Dalla parte della famiglia, e quindi degli adulti, arriva un atteggiamento di risposta “diverso”, per lo più moralizzante e colpevolizzante, che tende a negare la sessualità del figlio. Al contrario, solo con il riconoscimento, la comprensione e il rispetto della vita affettiva e sessuale dei propri figli si può stimolare l’intelligenza emotiva e il senso di fiducia, indispensabile per promuovere e riconoscere i genitori come figure di sostegno valide. Ma perché lì dove c’è affetto ci può essere anche violenza? Quello del maltrattamento è certamente uno degli argomenti più complessi, ancor di più se riguarda il mondo dell’infanzia. Ha a che fare con una grande contraddizione nella nostra società, ovvero quella del benessere e del consumismo, poiché riguarda trascuratezza fisica e psichica e incapacità di prendersi cura del bambino, negandogli tutto ciò di cui avrebbe bisogno per un sano sviluppo. Questo tema riguarda la società, ma ancor prima la famiglia e la coppia genitoriale e il loro ruolo di accuditori. Purtroppo i mass-media proponendo ripetutamente questo tema ora episodicamente e superficialmente, ora in maniera inadeguata e scorretta, creano una cattiva informazione e distorsione dei fatti. Quello che infatti si potrebbe causare in seguito ad un’eccessiva esposizione mediatica dei fenomeni di violenza sui minori, è che si crei la tendenza a vedere una maggiore frequenza di casi di violenze, più di quanto avvenga nella realtà, proprio a causa di questa sovraesposizione del tema da parte delle televisioni. Il maltrattamento indica un’aggressione verso qualcuno, e può essere sia fisico che psichico. In quello fisico rientrano tutte le aggressioni che comportano lesioni e ferite a carico del corpo, con quello psichico si fa riferimento alla relazione, all’incapacità dell’adulto di essere figura di sostegno verso il figlio, verso il quale si relaziona invece in maniera persecutoria o non adeguata. Uno dei casi più frequente di maltrattamento psichico è quello in cui a far da genitore non è l’adulto ma il figlio stesso, prendendosi lui cura delle necessità fisiche e dei bisogni dell’adulto. I bambini maltrattati crescono, di solito, con un livello di autostima molto basso, con un’immagine di se stessi come non amabili e incompetenti, non riuscendo quindi, durante la crescita, ad intrecciare relazioni amicali e/o sentimentali importanti a causa dello stile di attaccamento insicuro sviluppato.  Lavorare per il recupero dell’affettività e delle emozioni positive è possibile, riproponendosi in terapia come base sicura, dalla quale il bambino o ex bambino, nel caso di un adulto, può ripartire per ricostruire il proprio Sé.

 

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