Crisi dei Comuni a Ragusa e in Sicilia: in provincia 7 municipi su 12 in dissesto o pre-dissesto

RAGUSA – La crisi finanziaria dei comuni colpisce duramente anche la provincia di Ragusa: sette municipi su dodici risultano oggi in stato di dissesto o pre-dissesto, una condizione che mette a rischio servizi essenziali, stipendi e stabilizzazioni dei lavoratori. Il dato emerge dalla recente analisi della Cgil, che segnala come la difficoltà degli enti locali sia un problema che riguarda complessivamente 120 comuni in tutta la Sicilia.

Il segretario della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, insieme al segretario della Cgil Ragusa, Giuseppe Roccuzzo, ha scritto ai parlamentari nazionali eletti in Sicilia per chiedere l’adozione di una norma nell’ambito della legge di bilancio che consenta ai comuni di accedere a strumenti finanziari in grado di garantire liquidità immediata. L’obiettivo è far fronte alla massa debitoria, evitando l’aumento degli interessi e permettendo un riequilibrio dei conti più rapido ed efficace.

Secondo la proposta del sindacato, per i comuni fino a 60 mila abitanti in dissesto o non in grado di rispettare il piano di riequilibrio pluriennale, le risorse potrebbero essere erogate tramite la Cassa Depositi e Prestiti, fino a un massimo complessivo di 150 milioni di euro. Mannino e Roccuzzo sottolineano come sia proprio la mancanza di liquidità a ostacolare la possibilità per gli enti di uscire dalla crisi e garantire i servizi alla cittadinanza.

“La normativa sul dissesto finanziario, così com’è oggi, non è più sufficiente – spiegano i due esponenti sindacali –. Diversi comuni, dopo un primo dissesto, si trovano nuovamente nelle stesse condizioni, o addirittura in una situazione peggiore”. Dei 74 comuni siciliani che hanno deliberato il dissesto finanziario, oltre la metà non è riuscita ad approvare il Bilancio Stabilmente Riequilibrato, dimostrando le difficoltà concrete nel riportare gli enti “in bonis” entro i cinque anni previsti dalla legge.

Le conseguenze della crisi si riflettono direttamente sui cittadini: i comuni in difficoltà fanno fatica a erogare servizi essenziali, pagare gli stipendi del personale e procedere con la revisione delle piante organiche o con le stabilizzazioni dei lavoratori. Le ricadute si estendono anche alle imprese che forniscono servizi, come le cooperative sociali, che spesso non riescono a onorare i pagamenti al proprio personale.

Per la Cgil Sicilia e Cgil Ragusa, si tratta di “un problema dalle molteplici implicazioni” e urgente da affrontare. Mannino e Roccuzzo sollecitano i parlamentari affinché la crisi finanziaria dei comuni siciliani trovi finalmente una risposta concreta, sostenibile e duratura, che restituisca agli enti locali gli strumenti necessari per funzionare correttamente e garantire la tutela dei cittadini.

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