CONTINUA L’ATTIVITA’ ESCURSIONISTICA DEL CAI

La sezione di Ragusa del Club Alpino Italiano organizza per domenica 19 febbraio un’escursione che scorre lungo la vallata del fiume Ippari e che nello specifico inizia dalla periferia di Vittoria, contrada Cappellaris, e termina nella zona del Rifriscolaro, a ridosso dell’area archeologica di Camarina. L’inizio della camminata, che presenta una media difficoltà, è previsto per le ore 9 e ha la durata di circa 6 ore; il tutto si svolge lungo carrarecce, sentieri segnati e naturali, tracciati fuori sentiero, con un dislivello poco considerevole. Inizialmente, partendo dalla contrada Cappellaris, si segue l’ipotetica via commerciale, individuata a suo tempo dall’archeologo Biagio Pace, che collegava la vallata dell’Ippari a Comiso e all’altopiano Ibleo; si raggiunge in seguito la contrada Castelluccio sulla riva destra del fiume omonimo e dopo averlo guadato, si va verso il poggio Musenna, attraverso macchie naturali e zone di pascolo. Si prosegue per la regia trazzera dei Cappuccini fino alla macchia di poggio Buffitella, e camminando su strade sterrate che scorrono fra agrumeti e zone incolte, si arriva alle contrade Buffa, Tremolazza e Piombo; infine, dopo avere percorso la zona del Rifriscolaro, nota per la sua vasta necropoli di epoca greca e guadato l’omonimo ruscello, l’escursione termina presso l’antica fattoria di Randello. La zona interessata si colloca a sud-est della città di Vittoria e geologicamente è formata da piccole colline di natura argillosa e arenaria; essa, nel tempo passato, veniva quasi tutta intensamente coltivata e lo dimostrano i ruderi di caseggiati con palmenti e mulini annessi, Oggi l’area a tale destinazione è notevolmente ridotta e destinata a colture biologiche, buona parte di essa entra nell’estensione due riserve naturali, che sono Pino d’Aleppo e Cava Randello. All’interno delle riserve vi sono degli itinerari ad anello preferenziali, aventi bassa difficoltà di percorrenza e lunghezza di pochi chilometri e nello specifico se ne possono annoverare quattro, che sono: Salina, Buffa, Cappuccini e Castelluccio.

Le riserve in considerazione sono ricche di una vegetazione, a volte formata di specie endemiche che vi trovano habitat quasi esclusivo e che il Pino d’Aleppo ne rappresenta una presenza di grande rilievo; le specie botaniche che occupano il territorio sono in tutto circa 120 e trovano armoniosa coesistenza, formando un ecosistema che nel tempo si è naturalizzato. Nelle macchie delle riserve, trovano ideale dimora numerose specie faunistiche stanziali e anche migratorie e in totale se ne possono elencare circa 40; il clima invernale mite e quello estivo, se pure arido e secco, viene mitigato dalla presenza del fiume che, anche se si riduce di molto la sua portata d’acqua, ne dispone di una sufficiente quantità, in modo da assicurarla per il prosieguo della vita.

Tante pubblicazioni danno ampia informazione sulla bellezza di questo lembo di territorio nostrano, fruirle e difenderle con tutta la loro integrità,  deve  essere lo scopo primario di tutti noi; infatti, il paesaggio che vi si presenta, è unico nel suo genere e concedersi un giorno di vacanza all’interno di esso, è possibile in qualsiasi periodo dell’anno.

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